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02 Dicembre 2021 - 08:35
Il sopralluogo per le ricerche di Emanuel Marino
Per la famiglia è vivo e sta a Torino. Ma c’è anche la possibilità che Emanuel Marino sia morto a Poirino, dov’è stato visto quattro mesi fa: «Siamo partiti da lì con le ricerche: adesso pianificheremo altri interventi con i vigili del fuoco, le unità cinofile e i droni» annuncia Fabrizio Pace, presidente di Penelope Piemonte, associazione che si occupa di persone scomparse.
È stata la famiglia di Emanuel a contattarla dopo quel maledetto 27 luglio, quando il 31enne è si è allontanato dalla sua casa di Buttigliera d’Asti (dove viveva con i genitori): alto 1 metro e 75, è robusto, ha i capelli castani rasati e soffre di schizofrenia.
Nei giorni della scomparsa carabinieri e vigili del fuoco hanno costituito delle squadre di ricerca, cui partecipavano anche elicotteri, droni e unità cinofile. Ma si sono fermati dopo due settimane senza risultati. Invece i genitori e la sorella non si sono arresi: hanno raccontato la loro storia al programma televisivo “Chi l’ha visto?”; hanno creato un gruppo Facebook per far girare la richiesta di aiuto; si sono rivolti all’associazione Penelope.
Dopo queste iniziative, l’allarme ha iniziato a circolare: diverse persone hanno chiamato il 112 e la famiglia per dire di aver visto Emanuel in giro per Torino. Pare che fosse nelle zone di Porta Nuova e di Porta Palazzo in stato confusionale. Poi, negli ultimi mesi, è calato il silenzio: «Siamo convinti che sia ancora lì - riporta la sorella, Chiara Marino - Qualcuno lo aiuta ed è vivo e vegeto». Il presidente dell’associazione sembra meno convinto: «È giusto tenere in piedi tutte le ipotesi ma non possiamo neanche escludere che gli sia capitato qualcosa di tragico - riflette Pace, che è psicologo e criminologo - È una persona fragile, con una patologia psichiatrica e senza farmaci da mesi. Per questo abbiamo pensato di partire con le ricerche nell’ultimo luogo in cui è stato avvistato con certezza».
Infatti lunedì i volontari dell’associazione erano nelle campagne di Poirino insieme ai vigili del fuoco volontari, con una squadra, una unità cinofila e i droni: «Abbiamo fatto una prima ricognizione e scattato delle fotografie dall’alto, anche per capire lo situazione e prendere confidenza con il territorio. Poi, nelle prossime settimane, organizzeremo delle ricerche vere e proprie».
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