Cerca

I commercianti aggrediti dai pusher: «Abbiamo paura, ma non scappiamo»

pusher commercianti aggrediti

Un taglio sotto un occhio, ferite ed escoriazioni a un braccio e a una gamba. Solo per aver detto a dei pusher che dovevano allontanarsi dal suo negozio. Pal Ranjit, 49 anni, bengalese, da 12 anni gestisce il minimarket al civico 23 di corso Giulio Cesare. Un’attività che manda avanti, a due passi da Ponte Mosca, col figlio 24enne Rahul, in una delle zone più critiche di Aurora, lo stesso punto dove due settimane fa era scoppiata una guerriglia tra bande. Questa volta, invece, padre e figlio hanno avuto la peggio. Gli spacciatori, tutti di origine nordafricana, hanno aggredito Pal. Un ragazzo, intorno ai vent’anni, gli ha rifilato calci e pugni e nella rissa il titolare del minimarket si è tagliato pure con i cocci di una bottiglia rotta. Rahul è intervenuto per difendere il papà, e nel parapiglia si è procurato anche lui una ferita, al dito di una mano.

Il tutto dopo un’accesa discussione. «Urlavano, si spintonavano. La gente aveva paura. Ho detto loro di allontanarsi e mi sono preso gli insulti», dice Pal. I fatti intorno alle 20 di sera. Il gruppetto, inizialmente si è allontanato, poi è tornato e il più scalmanato ha iniziato ad agitare il pugno in aria e a insultare il titolare. I due sono finiti faccia a faccia, e Pal è stato aggredito. Rahul si è messo in mezzo e così si è creato un gruppo di dieci persone. Non è chiaro se gli altri siano intervenuti per dividere i contendenti o per partecipare all’aggressione. Su questo, dovranno far luce gli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia, intervenuti una decina di minuti dopo. Al termine della rissa da saloon, padre e figlio sono finiti al San Giovanni Bosco. Medicati, sono stati dimessi poche ore dopo e ieri hanno aperto il minimarket come fanno sempre. Pal racconta anche di essere stato derubato: «Mi hanno preso 200 euro». Poi allarga le braccia: «Qui da un paio d’anni non si può lavorare. Tutti i giorni è così. Perdiamo clienti. Su questo marciapiede la gente non passa più».

E il marciapiede di corso Giulio, di fronte alla fermata del 4, è lo stesso dove due weekend fa era scoppiata la maxi-rissa con bastonate e bottigliate. All’arrivo della polizia, le bande si erano dileguate. Proprio come è successo dopo l’aggressione a Pal e Rahul. Sul posto sono intervenuti i poliziotti, ma gli spacciatori se la sono data a gambe. Il titolare farà denuncia. «Mi farò aiutare da un’amica, io non parlo bene l’italiano». Soluzioni? «Ci vogliono le telecamere, su tutta la via». Gli aggressori, Pal dice di conoscerli, di vista. «Sono qui spesso, spacciano anche di giorno». Rahul, che studia economia aziendale in corso Unione, dice: «Per fortuna chiudiamo prima, alla sera, altrimenti sarebbe ancora peggio». Tuttavia, nonostante l’aggressione, il titolare non vuole gettare la spugna: «No, sono qui da 12 anni. Il mio lavoro è qui, non me ne vado. Ma le cose in questo posto vanno sempre peggio».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.