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07 Ottobre 2022 - 08:28
La torrida estate 2022 è ormai un ricordo ma la siccità continua, purtroppo, ad accompagnarci e a farsi notare nei fiumi, in cui il livello è ancora ben al di sotto della media stagionale. Un problema che, se non ci saranno veloci inversioni di tendenza rischia di ripercuotersi, sulla prossima stagione agricola.
Arpa Piemonte ha pubblicato ieri il “Rapporto siccità in Piemonte”, nel quale i tecnici analizzano l’andamento di meteo e corsi d’acqua nel corso di un anno che difficilmente scorderemo tanto presto. Un anno nel quale ombrelli e impermeabili sono rimasti a prendere polvere negli armadi come praticamente mai era successo prima d’ora. E lì sembrano destinati a continuare a restare.
Un problema che in realtà «affonda le proprie radici già nel corso della seconda metà del 2021 - si legge nel Rapporto -, quando ad una estate scarsa di precipitazioni nel sud della regione è succeduto un autunno moderatamente caldo e con precipitazioni lievemente al di sotto della norma del trentennio 1990-2020. Un quadro nel quale il Piemonte è andato incontro all’inverno più anomalo dell’ultimo secolo, una stagione eccezionalmente calda e secca». Come ricorderete, dopo una discreta nevicata a inizio dicembre che aveva fatto ben sperare per la stagione invernale, sono stati oltre 100 i giorni consecutivi senza precipitazioni significative che hanno caratterizzato la stagione invernale e l’inizio della primavera sulla regione. «Questo contesto ha impedito la formazione e il mantenimento di un ampio e solido serbatoio di neve sulle Alpi», un elemento chiave per alimentare i fiumi e ricaricare le falde sotterranee.
Il resto è cronaca ancora più recente. Nel 2022 si è osservata la quinta primavera più secca degli ultimi 65 anni e con temperature che tra il mese di maggio e quello di giugno hanno toccato valori eccezionali, avvicinandosi ai record storici del 2003. Alla fine di agosto, l’estate 2022 è divenuta la seconda estate più calda in Piemonte negli ultimi 65 anni, sfiorando il record, ancora del 2003. La situazione generale non è del tutto precipitata solo grazie alle piogge del mese di agosto in linea con i valori climatologici, anche se si è trattato di precipitazioni accompagnate da grandine e vento, quindi più nocive che positive per il comparto agricolo regionale.
Anche l’autunno non si è aperto sotto migliori auspici, visto che il mese di settembre è stato ancora poco piovoso nonostante temperature al di sotto della media nella seconda metà del mese.
La conseguenza è evidente nelle portate dei fiumi, con valori di magra estrema mai osservati in passato. Qualche esempio? Il Po a Torino segna un -56%, la Dora Baltea a Tavagnasco il -47%, la Stura a Lanzo il -56%. Tutti valori migliori rispetto ai picchi estivi ma di nuovo in peggioramento in confronto a quelli toccati solo un mese fa. E le condizioni di siccità «si riflettono anche sul livello della falda con una diffusa tendenza a un abbassamento che in alcune località è rapido in maniera preoccupante».
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