Un agguato che ricorda quello ad Alberto Musy. L’aggressore ha atteso Carlo Giacone, 62 anni, sindaco di Giaveno, nel cortile di casa. Non indossava il casco, ma un cappellino e una maschera di Halloween sul volto. Ma come “Casco” era vestito di scuro. Ora il primo cittadino di Giaveno si trova ricoverato all’ospedale di Rivoli. E’ grave, la prognosi è riservata, ma l’esponente politico - fanno sapere i medici - non corre pericolo di vita, benché presenti una brutta frattura alla teca cranica. Accanto a lui, a fare la spola tra l’abitazione e il pronto soccorso, ci sono la giovane compagna Elisabetta e i figli Lorenzo e Gabriele. Giacone come Musy, aggredito a tradimento, questa volta a colpi di martello (ma un testimone oculare ha parlato di un attrezzo simile a un palanchino). Raggiunto alla testa più volte e alla mandibola, il primo cittadino è caduto al suolo in una pozza di sangue, mentre il suo aggressore tentava di finirlo. «E se non fosse stato per il barista - spiega Maria Grazia Pomarini, titolare di una panetteria li vicino - il nostro sindaco sarebbe morto». E il barista è Nicola Gianluca, l’unica persona che ha visto in faccia l’aggressore, «ma non saprei riconoscerlo, perché aveva una maschera di Halloween. Quando sono intervenuto, ha smesso di accanirsi contro il sindaco ed è fuggito». Un particolare, questo, che farebbe ritenere ai carabinieri e al pm Vito Destito che il sicario non sia uno squilibrato, ma qualcuno che avrebbe pianificato l’agguato. Il barista era intervenuto perché «poco dopo le 23 ho udito delle urla provenire dal cortile e subito ho pensato a un mio cliente che aveva alzato troppo il gomito. Invece ho visto quell’uomo che infieriva colpendo il sindaco mentre si trovava a terra». Come per il caso Musy, anche in questa circostanza le telecamere di sorveglianza della zona si stanno rilevando decisive. In via Umberto I, dove abita il primo cittadino, sono sempre in funzione. I video sono stati acquisiti dai carabinieri, alcuni già sono stati visionati. E come per la vicenda di Musy, anche in questo caso si vede l’aggressore nei pressi dell’abitazione del sindaco un’ora prima dell’agguato: «lo stava aspettando». Carlo Giacone non è stato colpito a caso, c’è un vissuto, un movente che gli investigatori stanno verificando e che potrebbe portare all’arresto del picchiatore in poche ore. Escluse le piste che portano alla criminalità comune e organizzata, oppure all’azione di un folle o di una cellula terroristica, resta ben poco da ipotizzare. Se non una vendetta maturata in un ambito personale. Quando, sotto il campanile di Strapaese, vizi privati e pubbliche virtù si confondono in modo indistinto. Emblematico il commento dell’ex sindaco di Giaveno Osvaldo Napoli: «Gli faccio gli auguri di pronta guarigione. Mi limito a ciò e non vado oltre. Per il buon nome di Giaveno e per il rispetto che merita la sua comunità fatta di persone moralmente solide. Mai prima d’ora erano accaduti fatti di tale gravità e oscuri nei motivi».
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