È stata la gelosia ad armare la mano dell’uomo che ha tentato di uccidere il sindaco di Giaveno a martellate. Una gelosia con la quale il primo cittadino si era scontrato già nei mesi scorsi, tanto da arrivare a sporgere denuncia lo scorso luglio. Una mossa che evidentemente non è bastata. I carabinieri della compagnia di Rivoli hanno fermato ieri pomeriggio Davide Rolle, un elettricista 43enne di Giaveno, con l’accusa di tentato omicidio.
Le indagini, proprio come si era intuito fin dalle prime ore, sono state molto veloci: i militari a Giaveno hanno una stazione, conoscono bene la città e i suoi abitanti e da subito hanno intuito che la direzione in cui occorreva scavare era quella della vita privata del sindaco Carlo Giacone, 62 anni, e non quella legata al suo impegno politico. La denuncia da lui presentata lo scorso luglio per minacce è stata il punto di partenza. Secondo quanto ricostruito dai militari, coordinati dal pm Vito Sandro Destito, Rolle l’altra notte si è appostato sotto casa del sindaco e si è messo in paziente attesa. Probabilmente sapeva che era uscito ma non quando sarebbe rientrato, quindi si è nascosto e l’ha aspettato per più di un’ora nell’ombra.
Per non farsi riconoscere, aveva indossato un cappellino e una maschera di Halloween. A quanto pare Rolle si era convinto che la moglie, una bella ragazza di origini cubane, avesse una relazione con il sindaco. Un tarlo che l’ha roso per mesi e che alla fine ha armato le sue mani. L’altra notte infatti aveva un martello e con quello si è scagliato contro il primo cittadino, colpendolo alla testa. Un’aggressione che non si è fermata neanche quando Giacone è caduto a terra, ormai inerme.
Per fortuna, le grida del sindaco sono state sentite da un barista che è accorso ed è riuscito a interrompere l’aggressione. Un intervento forse decisivo, visto che il sindaco è stato ricoverato all’ospedale di Rivoli con diverse fratture craniche. Le sue condizioni sono gravi ma stazionarie e, secondo i medici, dovrebbe essere fuori pericolo ma nessuno può dire come sarebbero andate le cose se gli fossero stati inferti altri colpi. Le indagini dei carabinieri, come detto, si sono indirizzate subito sulla sfera privata del sindaco e hanno avuto un impulso anche dai filmati delle telecamere di videosorveglianza, che hanno permesso di ricostruire i movimenti dell’aggressore.
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La vicenda ovviamente ha scosso nel profondo la città di Giaveno e i suoi 16mila abitanti. E quindi non poteva mancare l’intervento del suo rappresentante politico forse più noto, Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione e già sindaco della città dal 1985 al 2004: «Desidero congratularmi con le forze dell’ordine e gli inquirenti per il rapido accertamento dei fatti e l’arresto del presunto colpevole. Ciò detto, un sentimento di umana pietà e di commiserazione imporrebbe a tutti di tacere, di fronte a un fatto che rimane sconvolgente nella sua gravità quale è l’aggressione a un sindaco. La dinamica dell’aggressione sparisce quasi e viene sopraffatta dalle cause che rivelano un retroterra di disinvolta moralità che sta infangando il buon nome di Giaveno su tutta la stampa nazionale. I giavenesi sono persone serie e laboriose e meritano un rappresentante istituzionale che ne sia all’altezza».
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