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Tra tradimenti e politica, Giaveno sta con Giacone: «Giù le mani dal sindaco»

giacone giaveno

Ora li chiamano gossip, una volta erano solo pettegolezzi. Chiacchiere da cui Giaveno, il giorno dopo l’arresto di Davide Rolle - fermato mentre preparava la fuga all’estero - è quasi travolta, incurante del fatto che il protagonista, il proprio sindaco, proprio per uno di questi pettegolezzi ha rischiato la vita. Voci su voci che sembrano vivere di vita propria: partono dalle piazze, impetuose come fiumi risalgono i vicoli del centro, entrano nei bar, ne escono e ritornano in piazza pronte a ripartire per un nuovo giro, ogni volta rafforzate da un dettaglio piccante in più, ogni volta sempre più inverosimile. La «bella cubana» si trasforma in una «affascinante romena» e vai a capire se nella fantasia popolare si tratta sempre della stessa donna o di un’altra. E poi «c’è anche un’ucraina», anzi no «sono due» in una gara a chi la spara più grossa e a chi rilancia più alto. Un enorme passaparola che trasforma questo paesone da 16mila abitanti in un boccaccesco crocevia internazionale di belle donne, tutte incapaci di resistere al fascino dell’ultra sessantenne primo cittadino. «Beato lui» dicevano nei bar prima che una di quelle voci finisse all’orecchio sbagliato, a quello di chi una bella cubana al suo fianco l’aveva per davvero e che a quella voce ha finito per credere, tanto da armarsi di martello e rischiare di diventare un assassino. Una coppia che il sindaco, almeno questo è sicuro, conosceva bene: «Li ha sposati lui» dicono in paese. In municipio questo particolare non lo ricordano ma un altro sì: «È stato il sindaco a consegnarle la cittadinanza, un paio di anni fa. Anche perché lo fa con tutti gli stranieri».

Lei, la cubana diventata l’involontaria protagonista della vicenda, comprensibilmente non si fa trovare e va a sapere se si è chiusa in casa, nella Villa Miranda dove vive la coppia, o se si è allontanata dalla curiosità morbosa del paese. Come lei, anche la legittima compagna del sindaco, lei sì una romena che per davvero si è innamorata di Giacone dopo che lui è rimasto vedovo e che ora fa la spola tra casa e ospedale. E così la “difesa” di Giacone viene affidata ai suoi concittadini: «È un ottimo sindaco - dice Silvia dal bancone del Bar dello Sport - che sta facendo il bene della città. Le voci sulla sua vita personale? Girano, ma sono solo voci». Un parere, quello sulla sua amministrazione, condiviso nei tanti capannelli che si formano in piazza, tra i banchetti che vendono porcini freschi: «Giaveno è molto migliorata da quando è stato eletto, soprattutto per gli eventi e il turismo». Un giudizio che inevitabilmente si incrocia con quei pettegolezzi, tra vizi privati e pubbliche virtù. «Io conosco sia lui che Rolle - dice Fulvio Oberto - e sia chiaro che condanno il gesto di quest’ultimo nella maniera più assoluta. Ma chissà cosa ha vissuto per arrivare a fare una cosa del genere. È una situazione che rovina due famiglie». Nella chiesa di San Lorenzo Martire, don Gianni Mondino ha appena finito di celebrare messa: «Non conosco Rolle e la sua famiglia - spiega - mentre conosco il sindaco, una persona che stimo e che continuerò a stimare. Dopo quanto è accaduto, rivolgo un appello ai miei concittadini: non date ai pettegolezzi un peso maggiore di quello che hanno». Parole non pronunciate a caso, visto che dal balcone di casa, un vicino di Rolle spiega chiaramente che «a Giaveno abbiamo un detto: meglio lasciare un lavoro a metà, piuttosto che un pettegolezzo non detto».

Meno garantista sull’operato di Giacone, sembra essere chi ha indossato la sua stessa fascia tricolore per ben 19 lunghi anni: «La dinamica dell’aggressione - è il duro affondo dell’ex sindaco, Osvaldo Napoli - sparisce quasi e viene sopraffatta dalle cause che rivelano un retroterra di disinvolta moralità e di impunità che sta infangando il buon nome di Giaveno su tutta la stampa nazionale. I giavenesi sono persone serie e laboriose e meritano un rappresentante istituzionale che ne sia all’altezza». Parole alle quali replicano il vicesindaco Stefano Olocco e le assessore Marilena Barone e Anna Cataldo, compatti nel difendere il loro sindaco: «È una persona splendida, che ha cambiato il volto del paese, molto amata perché sempre vicina alla popolazione che infatti in queste ore ci ha inviato innumerevoli testimonianze di affetto e vicinanza. Siamo sconcertati dal tenore di certe dichiarazioni. In questa vicenda ci sono sicuramente un colpevole e una vittima, chiediamo rispetto per una persona che è ancora in ospedale e per la sua famiglia».

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