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02 Novembre 2022 - 08:21
«Gli enti pubblici ci dicano se la figura di Camillo Benso e le sue idee hanno un valore, almeno simbolico. Altrimenti, se non interessano, chiudiamo il parco e il Memoriale Cavour».
A parlare è Marco Fasano, direttore della Fondazione che gestisce lo storico castello di Santena. Il quale lancia «un appello» alle istituzioni, una sorta di lettera aperta in difesa della storica villa di famiglia dei Benso, dove il conte di Cavour ha vissuto e oggi riposa nella cripta.
A far scattare lo sfogo di Fasano è lo stanziamento di 160mila euro da parte del Comune di Torino. Il capoluogo è proprietario dell’edificio dal 1947, quando il marchese Giovanni Visconti Venosta lo ha lasciato in eredità alla città (specificando nel testamento che non può essere venduto).
Di recente il complesso è stato restaurato e, da un anno e mezzo, ospita il Memoriale Cavour: «La Fondazione ha sei dipendenti e un cda che non riceve neanche un gettone di presenza - fa sapere il direttore - Eppure garantiamo l’apertura quotidiana del museo e del parco, nonostante le spese per riscaldamento ed elettricità siano aumentate». Per questo Fasano coglie l’occasione del contributo comunale per sfogarsi: «Ringraziamo dei fondi perché Torino non è obbligato a versarli. Però coprono una minima parte: il nostro bilancio va dai 300mila ai 350mila euro, con la Regione che ha appena ridotto il contributo da 115mila a 90mila euro. Poi ci sono 25mila euro dallo Stato mentre il resto arriva da ingressi, eventi e cerimonie private». Troppo poco secondo il direttore della Fondazione, che fa fatica a coprire tutte le spese e a far conoscere il Memoriale: «Non voglio criticare ma lanciare un appello: bisogna capire se la figura di Cavour e le sue idee hanno un valore simbolico per qualcuno. Io penso di sì e quindi i contributi devono essere commisurati al più grande Padre della patria: parliamo tanto di Italia e di Europa ma poi viene accantonato un uomo che ha contribuito a “crearle”?».
In realtà gli enti locali versano contributi da anni e lo Stato ha investito per restaurare il castello e arredarlo per trasformarlo in un museo. E di recente gli spazi del vicino Palazzo delle Scuderie sono stati destinati alla nuova Scuola di alta formazione per i dipendenti della pubblica amministrazione.
Il direttore della Fondazione chiede di più: «L’Italia si nutre anche di simboli. Cavour lo è e il suo castello è un monumento nazionale. Se non interessa, ce lo dicano. Così noi chiudiamo il parco e il Memoriale e risolviamo il problema».
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