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Il Borghese

Quell'ospedale s'ha da fare?

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L'ospedale di Chieri risale al 1400

E’ una storia di campanilismi sfrenati, di politicanti tutt’altro che lungimiranti e di burocrazia scansafatiche. E potremmo cominciare con un “c’era una volta” un ospedale avveniristico per i tempi, visto che torniamo indietro fino al 1400, in una Chieri che osava vendere i propri tessuti persino alle Fiandre, per arrivare al progetto di un unico polo sanitario capace di servire una popolazione di oltre 300mila abitanti, raggruppando anche Moncalieri, Nichelino e Carmagnola. Accadeva più o meno quarant’anni fa in un fiorire di proposte e addirittura di progetti. Sembrava fatta, ma poi, proprio come accadeva nel Medioevo i Comuni si sono fatti la guerra. Morale della favola l’ospedale unico, come lo eefinì la politica è rimasto lì, a dormire almeno fino al 2015 quando in una bella giornata di sole si firmò l’armistizio complic’ Chiamparino presidente, Saitta assessore e i tre signori del luogo, ossia i sindaci Montagna (Moncalieri), Martano (Chieri) e Testa (Carmagnola), tutti uniti da una inossidabile ideologia: la sinistra. Detto fatto? Macche! Solo tra qualche giorno (e siamo al marzo 2023) si stabilirà la sede di questo fantomatico ospedale che sorgerà nel bel mezzo dei campanili guerreggianti, ossia a Cambiano. Otto anni per dipanare antichi rancori e nuove rivalità. Chiedersi quando qualcuno poserà la prima pietra, ci pare una pericolosa fuga in avanti. Dunque aspettiamo. Ma nel frattempo un dubbio sorge spontaneo, o peggio un sospetto: quando dovremo attendere tra campanilismi sanitari e battibecchi tra Comune e regione, per vedere sorgere il Nuovo Maria Vittoria? In questa storia la sede c’è già, e pure in un bel parco, ma sull’accordo politico e le bizze del baroni, non ci scommetterei un cent. Per dirla come Paperone.

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