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VAL DI SUSA

«I No Tav hanno deviato il torrente Clarea», indagine in Procura

Il corso del torrente sarebbe stato “alterato” con dei massi tra Chiomonte e Giaglione

no tav

I No Tav avrebbero deviato un torrente in Valle di Susa: è il contenuto di uno dei procedimenti aperti dalla procura di Torino dopo le numerose denunce che le forze dell’ordine hanno inoltrato negli ultimi anni sulle iniziative del movimento di oppositori alla nuova ferrovia ad alta velocità.

In ambienti vicini all’indagine si fa presente, comunque, che l’accertamento di fatti e responsabilità non sarà agevole. La vicenda infatti risale al 2020, quando nel corso di un sopralluogo furono trovati dei grossi massi in un tratto del Clarea, corso d’acqua che attraversa una valle laterale in una zona a margine del cantiere del Tav nel territorio compreso fra i comuni di Chiomonte e Giaglione. L’ipotesi considerata più “verosimile” dalle forze dell’ordine è che la scostamento sia stato funzionale al cosiddetto Presidio dei Mulini, uno dei punti d’appoggio degli attivisti No Tav e del centro sociale Askatasuna. È scattata così la denuncia per deviazioni di acque, reato previsto dall’articolo 632 del codice penale e punito con il carcere fino a tre anni.

Il rapporto contiene anche alcuni nomi di possibili sospettati, ma in ambienti investigativi si afferma che non sarà semplice risalire agli effettivi responsabili e anche accertare con precisione sufficiente l’effettiva modificazione dello stato dei luoghi.
Sono numerosi, in procura, i dossier aperti su episodi riconducibili a iniziative dei No Tav e di Askatasuna. Gli indagati sono in tutto una novantina.

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