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IL FATTO
08 Settembre 2023 - 20:32
Il ristorante SessantaNove di Chieri
«Sono un aiuto cuoco, posso lavorare con voi?» si presenta al titolare, che è alla ricerca di nuovo personale. Poi fruga nello spogliatoio dietro la cucina, ruba i soldi degli altri dipendenti e fa perdere le sue tracce. Per poco, visto che si era presentato con il suo vero nome e cognome e quindi denunciarlo è stato facile.
Quando Vincenzo Marcello, proprietario del self service SessantaNove in corso Matteotti a Chieri, si è accorto del furto, è rimasto di sasso. «Quell’uomo ci ispirava fiducia - ripercorre la disavventura degli scorsi giorni - Non ha chiesto informazioni sulla paga né sulle ferie. Voleva solo lavorare ed era disposto a iniziare da subito».
Ha quasi cinquant’anni, spiega di vivere a Torino. Millanta anche una certa esperienza in altri ristoranti della provincia, elencati con cura su un foglio che consegna mentre racconta di sé. Così gli viene accordata una prova per l’indomani. Il SessantaNove è anche un bar-ristorante, si inizia presto: ritrovo alle 7,15. Arriva puntuale, saluta e chiede di cambiarsi. «Aveva uno zainetto con dentro dei pantaloni da indossare in cucina. Gli abbiamo mostrato lo spogliatoio». Oggi, tutti gli armadietti sono chiusi a chiave. «Fino a pochi giorni fa non era così - continua Marcello - Siamo tutte persone oneste, non c’erano mai stati problemi con i dipendenti».
Ecco che l’aspirante cuoco ne approfitta. Mentre indossa i vestiti da lavoro, fruga negli armadietti degli altri dipendenti. A quell’ora, ce ne sono quattro già in servizio. Hanno lasciato lì i loro portafogli. «Appena uscito dallo spogliatoio, ha chiesto a un mio collaboratore un attimo di pausa. Diceva di voler uscire a posare qualcosa in macchina».
L’uomo non torna e nascono i primi sospetti. A questo punto, il personale si accorge del furto. I portafogli sono tutti al loro posto, ma mancano i contanti. Marcello quantifica la refurtiva: «Circa centocinquanta euro in tutto. Per fortuna, non ha toccato le carte. Ma è stato un brutto momento». Il titolare del self-service sporge denuncia ai carabinieri, poi scrive sulla chat con tutti i ristoratori della città per metterli in guardia. Ora, continua la ricerca per un aiuto cuoco. «Primo requisito? L’onestà e la correttezza».
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