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Il caso
17 Settembre 2023 - 21:00
La casa di riposo di Pecetto, ora attiva con una nuova gestione
Un anno e undici mesi di reclusione, la pena sospesa e la rinuncia a incassare le rette mai pagate. Prima ancora dell’inizio del processo, Antonio Motta e Fatima Ezzahra Sobti sperano di chiudere così la vicenda giudiziaria che li coinvolge. Insieme ad Alessandro Magliulo, devono rispondere delle presunte irregolarità riscontrate nella casa di riposo che gestivano a Pecetto. Si chiamava Dimensione Essere, in via Cambiano 39. Oggi, lì, c’è la nuova Casa Camilla, che non ha nulla a che vedere con le tre persone indagate.
I sostituti procuratori Giulia Rizzo e Paolo Toso avevano ordinato lo sgombero della struttura a marzo 2022. Dalle loro indagini, la residenza risultava del tutto abusiva, tra anziani in stato di abbandono, farmaci scaduti e la presunta circonvenzione di un ultranovantenne, che aveva scritto di suo pungo un testamento per trasmettere denaro e beni immobili dopo la sua morte. 75 anni lui e 35 lei, Motta e Sobti vivono nell’Alessandrino ed erano gli amministratori di Dimensione Essere.
All’udienza preliminare, il loro avvocato Salvo Lo Greco ha proposto un patteggiamento a un anno e undici mesi. Per i due indagati, ora ai domiciliari, la pena sarebbe sospesa con la condizionale. «I miei assistiti rinunciano anche al credito nei confronti di un loro ospite, che non ha mai pagato le rette, nonostante la sua permanenza nella struttura - spiega l’avvocato - Né lui né gli altri ospiti si sono mai lamentati dei trattamenti ricevuti».
Foto scattata dai nuovi gestori qualche mese dopo lo sgombero della struttura
Quello delle presunte irregolarità era il periodo della pandemia. Solo dopo la chiusura improvvisa di “Dimensione Essere” e il successivo trasferimento degli ospiti altrove, i familiari sono diventati consapevoli di come vivevano i loro cari. Ora, le famiglie di due di loro hanno chiesto di costituirsi parte civile assistiti dagli avvocati Giada Deliso e Giovanni Giaretti. L’anziano coinvolto nel presunto raggiro ha fatto lo stesso.
Magliulo, a differenza degli altri imputati, non ha richiesto il patteggiamento. 44 anni, era un collaboratore di Motta e Sobti. Per lui, negli scorsi mesi, è scattato il divieto di dimora nella provincia di Alessandria. Durante l’udienza preliminare, il suo avvocato Antonino Rossi ha ribadito la sua estraneità ai fatti contestati. Il giudice deciderà la prossima settimana sull’eventuale rinvio a giudizio e, nella stessa udienza, si esprimerà sulla proposta di patteggiamento.
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