Cerca

il reportage

Viaggio nell'inferno di Iulia: «Tutti la conoscevano ma era abbandonata»

Ecco come viveva la donna trovata morta nel Sangone

Le case dei nomadi sotto il ponte di via Artom

Le case dei nomadi sotto il ponte di via Artom

Una donna che tutti conoscevano. Ma che nessuno aiutava. Iulia Stoica, la 55enne trovata morta nel Sangone, viveva in un inferno. Sotto un ponte, in mezzo a bombole del gas, immondizia, senza acqua né riscaldamento. In balia delle piene del Sangone, e in questi anni ce ne sono state, al punto che nell’ultima alluvione lei e il compagno sono scappati e il Comune li ha sistemati in un albergo. Iovin, il fidanzato che ne ha denunciato la scomparsa, prima di rassegnarsi al triste epilogo, ha un solo pensiero: «L’hanno uccisa». Continua a ripeterlo ora che è solo, perché i vigili hanno portato via anche i due cani. «Iulia non si è suicidata, è stato un omicidio, qualcuno l’ha fatta bere e poi l’ha uccisa».

Un inferno, quello di Iulia, da cui nessuno l’ha tirata fuori. Facendosi largo tra le sterpaglie, oltrepassata la sporcizia dove viveva la coppia, si arriva a un cancello. Hadzovic, c’è scritto. E subito si viene “assaliti” da una decina di bambini, seguiti da madri e zie. Sono bosniaci, ma assicurano di non essere mai stati nemici dei romeni Iulia e Iovin. E infatti il loro stupore è tanto quando apprendono che Iulia è morta. «No, non posso crederci», commenta una donna, mani sul volto. Iulia, a quanto pare, era una brava donna che però non è riuscita ad avere una vita migliore dopo la separazione dall’ex marito, con un figlio che vive a Londra e che non vedeva da anni. «Era abbandonata - assicurano gli Hadzovic - e ultimamente stava male. Da un occhio non vedeva quasi più e aspettava che l’ospedale la chiamasse per visitarla. Quando passava dalle nostre parti, le chiedevamo se aveva bisogno di qualcosa».

Negli ultimi tempi Iulia aveva iniziato a bere. Forse per non pensare troppo all’esistenza che conduceva. Sotto un ponte, tra rifiuti e odori nauseabondi. Eppure tutti sapevano. Il sindaco di Nichelino, Giampiero Tolardo, racconta che la 55enne era «seguita dagli assistenti sociali». E allora, perché continuava a vivere sotto un ponte? «Nel suo caso era complicato trovare soluzioni, a volte oltre alla povertà economica c’è anche quella culturale, e non è mai facile intervenire». Dunque, Iulia non voleva farsi aiutare? Difficile immaginare che fosse felice di stare in un posto simile. «Dare una casa, in tempi rapidi, non è possibile. Come ente locale abbiamo fatto quanto era in nostro potere. E’ una vicenda che mi riempie di dolore, provo tristezza per quanto accaduto», conclude il sindaco. Una tragedia che andrà chiarita, perché per ora resta il giallo. Saranno gli accertamenti a stabilire se Iulia è stata ammazzata e poi gettata nel Sangone - come sostiene il compagno - oppure si è uccisa, oppure ancora è caduta accidentalmente nel fiume ed è morta. Non c’è una data per l’autopsia, perché sul cadavere dev’essere fatto un altro esame tecnico. Indagini a parte, resta la fotografia di una vita difficile, e di una morte tragica. Entrambe sotto un ponte, dov’è drammatico morire, ma forse è ancora peggio vivere.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.