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SAN PIETRO VAL LEMINA

Il giudice ordina: «Niente cibo dopo le 22» e il ristorante deve chiudere

Serrande abbassate e dipendenti senza lavoro a causa delle proteste di una vicina

Chef Mehdi El Omari e il suo locale

Chef Mehdi El Omari e il suo locale

«Il ristorante non può servire cibo dopo le 22». Niente guasti o scioperi improvvisi. A mettere nero su bianco il divieto è stato un giudice del tribunale di Torino che qualche giorno fa ha deciso di porre fine in questo modo a una lunga diatriba tra il ristorante “Brace Steakhouse” di San Pietro Val Lemina e una vicina di casa, infastidita dai rumori provocati dal locale. Risultato? Lo chef Mehdi El Omari si è trovato costretto a chiudere e a lasciare i casa i 5 dipendenti.

Mehdi El Omari è anche il patron di Casapautasso a San Secondo di Pinerolo. Un astro nascente della cucina italiana. Classe 1990, figlio di genitori marocchini, Mehdi arriva in Italia (a Bergamo, per la precisione) giovanissimo, e qui è cresciuto senza mai dimenticare il legame con la sua terra d’origine, dove torna periodicamente e di cui conserva profumi, sapori, racconti. È un “allievo” di Federico Coria, grande chef e titolare della nazionale italiana cuochi per sei anni consecutivi. Ed è stato proprio lui ad annunciare, con amarezza, ai propri clienti la decisione di chiudere la sua “seconda creatura”: «A causa di una sentenza incomprensibile, siamo costretti a chiudere alle 22, costringendo i nostri cari clienti ad alzarsi alle 21.30 per rispettare questa ordinanza assurda». Si tratta di quella che lui definisce una «situazione incongrua che va contro lo spirito della ristorazione, dove il piacere di mangiare dovrebbe essere accompagnato dalla tranquillità. La decisione ci costringe a una chiusura temporanea, lasciando senza lavoro cinque persone straordinarie. Non ci arrenderemo: entro il 1 febbraio 2024, riapriremo in una nuova location, più forti e determinati che mai».

Quello che è successo lo spiega lui stesso: «La sentenza del giudice è basata sulle lamentele di una sola persona, ignorando le voci di tante altre che abitano vicino e che non si sono mai lamentate», una vicina che «diceva che il rumore del frigorifero le dava fastidio e l’abbiamo tolto. Dopo le dava fastidio la cappa e l’abbiamo coibentata. Dopo è diventato il dehors, l’abbiamo tolto. Noi abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato chiesto ma non è servito a nulla e ci hanno fatto indebitare per niente».

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