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La storia

In ospedale c'è la coda per coccolare Lorenzo Abate, il neonato gettato fra i rifiuti

Il bimbo ha nome, cognome e una fila di persone che vogliono stargli vicino

In ospedale c'è la coda per coccolare Lorenzo Abate, il neonato gettato fra i rifiuti

A Ciriè è partita la corsa per vedere il neonato abbandonato sabato sera fra i rifiuti. Che ora ha anche un cognome, come previsto dal protocollo nel caso di orfani collocati in un luogo sicuro: si chiama Lorenzo Abate e il suo tutore ufficiale é Adalberto Brach del Prever, il direttore del reparto di Neonatologia e Pediatria dell’ospedale ciriacese. E’ lui stesso a spiegarlo con un sorriso e a raccontare delle tante visite ricevute dal piccolo: «Molta gente viene e ci chiede di poterlo salutare. Vogliono baciarlo e fargli sentire la loro vicinanza, come ha fatto il presidente Alberto Cirio».


Ma perché la mamma ha deciso di separarsi dal suo bimbo? E chi l’ha aiutata a partorire e poi a sbarazzarsi di quel fagotto di 3 chili e 300 grammi? Sono solo alcune delle domande ancora senza risposta su cui stanno lavorando la Procura di Ivrea e i carabinieri della Compagnia di Venaria Reale. Cercano fra i residenti di Villanova Canavese, alla ricerca di donne incinte che potessero conoscere la zona. Intanto scavano fra le telecamere del paese, nella speranza di intercettare auto sospette o persone con in mano una busta rossa come quella che conteneva Lorenzo. Ma anche fra i tabulati telefonici, alla ricerca di cellulari che abbiano agganciato le celle vicino al vicolo del ritrovamento.

Il pubblico ministero di turno sabato sera, Elena Parato, ha già aperto un fascicolo per tentato infanticidio. Reato che si contesta alle madri che abbandonano il loro figlio con la consapevolezza che possa morire da lì a poco. Ed è proprio il caso del bimbo di Villanova Canavese, che non si sarebbe salvato se Casey Laforet non avesse sentito i suoi lamenti e avesse avvisato il resto della famiglia di vicolo San Giuseppe 7. O se fosse uscito di casa qualche minuto dopo.

«E’ un fatto eccezionale che il bimbo sia salvato - sottolinea la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione - Se chi lo ha abbandonato si facesse avanti presto e da solo, ne terremmo conto. Sarebbe un gesto positivo per noi ma anche per il futuro del bimbo, almeno dal lato medico».

La Procura potrebbe contestare anche il tentato omicidio se emergesse che sono coinvolte persone diverse dalla madre del piccolo. Un’ipotesi difficile da escludere. Anzi, è probabile che qualcuno di competente abbia aiutato a mettere al mondo Lorenzo: «E' nato con un parto a termine e senza complicazioni» fa notare il pediatra, che sarà suo tutore fino a quando deciderà il Tribunale. Per ora resterà in ospedale, visto che la madre ha dieci giorni per reclamarlo. Ma sta bene: «E’ sereno e vivace, dorme e mangia di gusto il latte artificiale». Ma rimane in incubatrice e viene sottoposto a una terapia antibiotica: «E’ una precauzione perché non conosciamo la sua storia clinica».

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