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I FUNERALI DI ANDREA VINCENZI
02 Marzo 2024 - 16:03
Andrea scende l'ultima volta in campo
Ciao Andrea. Nel campo da calcio che per tante volte è stato illuminato dalle sue risate, stamattina si sentivano solo lacrime e singhiozzi. Impossibile trovar un senso nella morte del 12enne che il 21 febbraio si è spento, ucciso da una polmonite, all’ospedale Regina Margherita dopo tre dimissioni dall’ospedale di Chivasso in due giorni.
Un grande cuore rosso posto sotto la piccola bara bianca, sulla linea di centro del campo da calcio. Il silenzio assordante di uno stadio, quello del Gassino-San Raffaele che non ha i tifosi sugli spalti, ma parenti, amici, compagni di Andrea Vincenzi. L’omelia sul pallone e sull’imprevedibilità legata alle partite di calcio. «Corre, imprevedibile. A volte si ferma. Questo pallone rappresenta bene la nostra vita. Non è qualcosa che possiamo programmare dalla A alla Z. Ma è bella perché imprevedibile. Andrea questa vita l’ha inseguita e ci ha corso dietro. Nessuno andrebbe a giocare una partita che già sa come finisce». Le parole di Don Martino Ferraris allo stadio Valentino Bertolino sono strazianti.
In quel campo su cui Andrea ogni settimana indossava i guanti e si posizionava in porta, pronto a parare. «Ciao Vince» dicono i compagni di squadra, utilizzando quel soprannome nato negli spogliatoi tra un allenamento e un altro. Sul candido feretro la maglietta del Toro, la squadra del cuore del 12enne che frequentava l’istituto Enrico Fermi di Castiglione.
Anche ieri, come sempre, con Andrea c’erano mamma Valeria e papà Roberto. Ed è proprio a loro che Don Martino ha rivolto un pensiero: «Quando un ragazzo corre su un campo, attorno ci sono i compagni a fare il tifo ed alzando lo sguardo può vedere la madre ed il padre, fa capire che c’è un orizzonte, c’è una prospettiva. Oggi alzate lo sguardo, andate a casa con la testa alta e gli occhi al cielo. La bellezza della vita». Andrea era figlio unico. In diversi al microfono gli hanno dedicato un pensiero. «Ciao “purti”, para tutte le palle che ti manderemo in cielo. Sarai sempre con noi, dentro di noi».
La pioggia e le lacrime sono un tutt’uno sui visi delle persone che sono venute a salutare Andrea. Tantissime, un migliaio. A fine funzione diversi palloncini vengono liberati nell’aria e si allontanano lentamente, mentre dalle casse risuona la voce di Irama: «Ovunque sarai, ovunque sarò, in ogni gesto io ti cercherò. Se non ci sarai, io lo capirò. E nel silenzio io ti ascolterò». Le stesse scelte dalla mamma per salutare il suo piccolo portiere in uno straziante messaggio su Facebook.
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