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La morte del designer
15 Marzo 2024 - 16:47
Marcello Gandini
Un centinaio di persone davanti alla chiesa di Santo Stefano, nella frazione Rivera, ad Almese. Qui, ai piedi della Valsusa, l’ultimo saluto a Marcello Gandini, il designer di automobili che ha lasciato un segno indelebile: le sue automobili sono diventate icone, dalle Lamborghini Miura e Countach all’Alfa Romeo Montreal, passando per Renault Supercinque e Citroen BX. Per lui, che è stato capo designer della Bertone, l’auto scelta per l’ultimo viaggio è una Maserati e quando arriva davanti alla chiesa cala un silenzio che dura diversi minuti. Un lungo applauso, poi è sua figlia Marzia a prendere la parola. "Quante volte ho osservato il tuo sguardo, i tuoi bellissimi occhi che andavano ‘oltre’. Il risultato era già nella tua testa. Abbiamo pensato fossi fragile, negli ultimi periodi: invece affrontavi prove durissime, ma anche episodi molto lieti come la laurea a honoris causa di qualche settimana fa. Papà, hai disegnato fino a tre giorni prima di spegnerti. Hai ispirato ed ispirerai generazioni di giovani".
Indimenticabile il discorso tenutosi al Politecnico di Torino, nel giorno della sua laurea, il 12 gennaio, solo due mesi fa: "Mio padre era un direttore d'orchestra e voleva farmi diventare un pianista, ma io odiavo tutti quei tasti dello Steinway. Solo quando è salito a bordo della Lamborghini Miura papà ha capito che io sapevo far suonare altre note, quelle dei motori" diceva Gandini "In fondo, avevo 16 anni, quando, con il denaro che mi era stato dato per comprare un libro di latino, acquistai invece un testo di meccanica, Motori Endotermici di Dante Giacosa. L'ingegneria, applicata al design e alla progettazione dell'auto, è stata la mia prima passione e il filo rosso di tutto la mia carriera”.
A dargli un ultimo addio c’erano Chris Bangle, designer americano che vanta la paternità dell’Alfa Romeo 145 e della Bmw Z4, Alfredo Stola, fondatore di StudioTorino. Presente, con la fascia tricolore, la sindaca di Almese, Ombretta Bertolo.
Corone di fiori bianchi, ed una riporta anche il nome della famiglia Giugiaro. Tutto è sobrio, elegante e senza tempo: proprio come alcuni modelli disegnati da Gandini, come la BMW Serie 5 originale, la VW Polo di prima generazione, la Renault 5 Turbo, la Citroen BX e la Fiat X1 che pare fosse la preferita dall’Avvocato Agnelli.
Alcuni di questi modelli hanno tenuto il passo coi tempi, passando alla trazione 100% elettrica, come la Serie 5 di BMW, e la Renault 5, portando nel futuro il lascito e lo stile di Gandini, una mano impareggiabile che proprio non voleva saperne di lasciar andar la matita, disegnando a 85 anni la piattaforma di formazione per il museo dell'auto di Doha, in collaborazione con l’Università del Qatar.
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