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Il caso
19 Aprile 2024 - 11:56
Non bastava la vicenda di Salvatore Gallo: ora un’altra inchiesta mette in imbarazzo il Pd torinese, con un militante del partito ed ex assessore indagato per il suo ruolo di dirigente in un’azienda pubblica. Si tratta di Marco Scolaro, amministratore delegato del gruppo Cidiu, società che raccoglie e smaltisce i rifiuti nei comuni della zona Ovest di Torino: il 64enne è accusato di tentata concussione dal sostituto procuratore Enrica Gabetta e dal pubblico ministero Alessandro Aghemo.
Le indagini, che si chiuderanno nel giro di qualche settimana, riguardano solo l’ex assessore al bilancio di Collegno ma potrebbero scatenare una nuova bufera nel Partito democratico. Non al livello di quelle su “Sasà” Gallo, coinvolto nell’inchiesta che ha svelato l’intreccio tra affari, politica, appalti e ‘ndrangheta. Ma anche la vicenda di Scolaro è delicata, considerando che il presidente del Cidiu è Marcello Mazzù, segretario provinciale del partito. Ma va precisato che le vicende giudiziarie e politiche viaggiano su binari separate: la Procura accusa Scolaro di avere tentato, a novembre 2021 e novembre 2022, di costringere aziende del settore a dare (o promettere) «denaro o altra utilità anche di natura non patrimoniale» in cambio dell’autorizzazione annuale a conferire tonnellate di rifiuti nella discarica di Druento. Da lì sarebbero partite le indagini, concretizzate nel 2023 con la richiesta di acquisire atti al Cidiu e con una perquisizione nei confronti di Scolaro (difeso dall’avvocato Nicola Gianaria). Poi, nei mesi successivi, sono stati convocati per testimoniare dipendenti e dirigenti della società pubblica, fra cui Mazzù.
I vertici del gruppo Cidiu: gli ultimi due a destra sono Marcello Mazzù e Marco Scolaro (unico indagato)
Intanto i sindaci di Alpignano, Collegno, Druento e Grugliasco, che insieme detengono la maggioranza delle quote, hanno scritto a Scolaro affinché prendesse atto del clima molto teso e della mancanza di dialogo nella società. In sostanza, gli chiedevano di fare un passo indietro. Poi si sono aggiunte le discussioni durante le assemblee dei soci di marzo, in cui Scolaro ha parlato genericamente di faro della Procura. I sindaci, invece, hanno puntato il dito contro i circa 60mila euro di rimborsi percepiti da Scolaro fra il 2016 al 2022: 40 mila euro di rimborsi chilometrici, 18 mila di indennità di trasferta, 4 mila per spese di missione. Questioni che risultano slegate dall’inchiesta, almeno per ora. I sindaci minacciano di presentare un esposto ma intanto la vicenda rischia di creare ulteriori spaccature nel partito.
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