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Cambiano

Scompare a 71 anni Ferruccio D'Angelo, esponente dell'arte post-moderna

Residente a Cambiano da tanti anni: chi era, riconoscimenti e la sua arte

Scompare a 71 anni Ferruccio D'Angelo, esponente dell'arte post-moderna

Scompare a 71 anni Ferruccio D'Angelo, esponente dell'arte post-moderna

È scomparso a 71 anni Ferruccio D'angelo, esponente dell'arte post-moderna degli anni Ottanta e Novanta. 

Calabrese ma residente da tempo a Cambiano, è stato per molti anni docente di Teoria e Metodo della Comunicazione Visiva e Discipline Plastiche presso il Primo Liceo Artistico di Torino. 

Nato a Civita, provincia di Cosenza, nel 1953 ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Torino comcludendo i sui studi con una tesi su Piet Mondrian e il Neoplasticismo. Nella prima parte del suo percorso artistico si dedica a una ricerca pittorica che  esplora lo Spazialismo Informale, orientandosi alle esperienze dei massimi esponenti dell'action painting come Pollock, Willem de Kooning e Franz Kline. D'Angelo è particolarmente affascinato dall'arte di Lucio Fontana e Marco Rothko.

Nella seconda metà degli anni ’80 conosce personalmente alcuni esponenti dell’arte povera (Merz, Pistoletto, Zorio,) con i quali entra in rapporti di amicizia presso lo Studio Noacco, propria galleria di riferimento. In seguito sviluppa una ricerca sul ruolo dell’arte nel nuovo contesto sociale, in un nomadismo linguistico che va dalla pittura alla scultura, all’installazione. L’artista trova le sue fonti d’ispirazione nelle fascinazioni e nelle ambiguità della società contemporanea: residui o scarti industriali, lattine, bidoni, pellicole fotografiche, cartone, elevati a simbolo della condizione contemporanea, diventano protagonisti delle sue opere (L’albero della vita, l’albero della morte, Galleria Gabriele Fasolino, 1987; Un operaio, Studio Noacco, 1989; Cinema, Galleria Piero Cavellini, Milano, 1991; Galleria Unimedia, Genova). Nel 1992 partecipa a D’ora in avanti, 30 giovani artisti, 44° Premio Michetti, Fondazione Michetti, a cura di Renato Barilli, e l’anno successivo è presente alla Biennale d’Arte Contemporanea Rentrèe Premio Marche. A Torino, nel 1994 partecipa a Il giardino dell’arte, Ex zoo Parco Michelotti, e a Equinozio d’autunno (Galleria Franz Paludetto, Castello di Rivara); nel 1995 è presente con un’installazione al Museo del Paesaggio di Verbania. E ancora nel 1997 realizza una serie di dipinti sul coperchio di bidoni della spazzatura ad Officina Italia, presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, e partecipa a Va pensiero. Arte italiana 1984-1996, promossa dai Musei Civici di Torino.

Negli anni successivi, ancora una serie di mostre personali e pubbliche. Tra queste, Una Babele post-moderna (Palazzo Pigorini, Parma, 2002); Interni Italiani 4. Novarum (Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, 2005); BAM/Biennale d’Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte (Villa Giulia, Verbania, 2006). BAM Project ArtDesign (Villa Giulia, Verbania, 2008); Biennale Internazionale di Sabbioneta (Mantova, 2010); Biennale Internazionale di Jinan (Cina, 2010); Un’Altra Storia ex chiesa di San Francesco (Como, 2011); Via col Vento, Museo Arte Bambina (Vittorio Veneto,Treviso, 2012); Un’Altra Storia2. Arte Italiana 1980-1990″ (CCC-T Ex Birrificio Metzger, Torino, 2012); BAM Piemonte Project 5Contemporary Photobox (Chieri, 2012); Museo dei Brettii e degli Enotri (Cosenza, 2012).Nell’ultimo decennio l’artista si sgancia dalle tematiche fisse alle quali non è più interessato. S’interroga sui mille perché dell’esistenza, sulle problematiche della luce, dell’ombra, della forma, dello spazio, della materia e dello scorrere del tempo. A chi gli chiede «Quali sono i tuoi soggetti?», lui risponde: «I miei soggetti sono le domande che mi pongo».

Si è cimentato nella dimensione dell’arte pubblica con una serie di opere realizzate presso il Museo d’Arte Urbana di Torino ed il Comune di Moncalieri.

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