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Ceresole Reale

Strada del Nivolet, la Valle d'Aosta contro il Parco Gran Paradiso: «Decisione incomprensibile»

Polemiche tra ambientalisti e istituzioni per la riapertura della strada del Nivolet

Via libera alle auto sul Nivolet

Via libera alle auto sul Nivolet

Un'ondata di protesta si è sollevata per la decisione del Parco Nazionale Gran Paradiso di riaprire la strada del Colle del Nivolet al traffico automobilistico durante le domeniche estive. La scelta di sospendere il progetto "A piedi tra le nuvole", che prevedeva la chiusura della strada ai mezzi motorizzati, è stata accolta con molta perplessità da ambientalisti e istituzioni locali.

«Abbiamo appreso dai mezzi di informazione della decisione del Parco Nazionale Gran Paradiso di sospendere l'applicazione del progetto "A piedi tra le nuvole", con la conseguenza che l'estate 2024 vedrà, sostanzialmente, l'apertura totale della strada provinciale per il Colle del Nivolet anche nei fine settimana», ha dichiarato Renzo Testolin, presidente della Regione Valle d'Aosta, durante l'apertura dei lavori del Consiglio Valle. Renzo Testolin ha espresso perplessità riguardo alla decisione del Parco, sottolineando che: «Se l'intenzione del Parco è effettivamente quella di arrivare a una regolamentazione definitiva dell'utilizzo della viabilità, a beneficio di una più equilibrata fruizione dell'area protetta, il percorso sarebbe dovuto essere diverso rispetto alla decisione di abbandonare, senza preavviso e confronto, una regolamentazione che comunque ha dato risultati positivi».

L'Ente Parco Gran Paradiso ha risposto alle critiche con una nota ufficiale, affermando che «al Nivolet le decisioni sono state prese su basi scientifiche». 

«L'Ente Parco del Gran Paradiso vuole tranquillizzare i numerosi sostenitori che tutte le azioni messe in campo, comprese quelle di questa estate di transizione e di monitoraggio, sono volte al raggiungimento di una sempre maggiore tutela e sostenibilità ambientale. Teniamo a sottolineare che tutte le scelte dell'Ente, assunte in piena sintonia tra Presidenza e Direzione, sono fondate su solide basi e competenze scientifiche, maturate nel corso di oltre un secolo di vita, e non certo soggette a qualunque altro tipo di influenza».

Questo è quanto si legge in una nota del Parco del Gran Paradiso in merito alle polemiche scoppiate intorno alla decisione di modificare la regolamentazione estiva al colle del Nivolet.

Il Parco ha annunciato una nuova proposta di gestione transitoria, che prevede la raccolta di dati sulla viabilità e sugli impatti del transito veicolare lungo tutta la stagione estiva. La proposta include cinque giornate di chiusura totale ai mezzi motorizzati della strada, con orario dalle 6 alle 21, e l'utilizzo di sole quattro navette che da Ceresole Reale raggiungeranno il Colle del Nivolet. Due di queste giornate saranno dedicate ai ciclisti, in collaborazione con il GAL Valli del Canavese, e altre due ai camminatori, in collaborazione con i fratelli Giorgio e Maurizio Damilano, oro olimpico nella marcia a Mosca 1980. Infine una giornata sarà riservata al nordic-walking, in collaborazione con l'istruttore nazionale Marco Rolando.



Tra le voci critiche si è levata anche quella del CAI di Chivasso, che ha lanciato una petizione su Change.org per opporsi alla riapertura della strada. «Il progetto ventennale "A piedi tra le nuvole" con la chiusura dei mezzi motorizzati nei periodi di maggior afflusso si è concluso l'anno scorso», ha dichiarato Giovanni Piretto, presidente della sezione CAI di Chivasso. «La motivazione appare decisamente pretestuosa. Ma in questi 20 anni cosa si è fatto? Non si sono rilevati dati? È come decidere di togliere le rotonde dagli incroci stradali trafficati per monitorare gli ingorghi e gli incidenti che avverranno, per poi valutare le soluzioni».

Attualmente, la strada del Colle del Nivolet rimane chiusa a causa della neve. Le ruspe della Città Metropolitana di Torino sono ancora all'opera per sgomberare oltre tre metri di neve dal colle, nel territorio del comune di Ceresole. Secondo il sindaco Alex Gioannini, non si vedeva tanta neve in primavera da almeno cinque anni. Anche il meteorologo Daniele Cat Berro conferma che una situazione climatica simile a inizio giugno è rara.

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