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elezioni comunali 2024

Elezioni, giallo a Piossasco. Vince Raneri ma il risultato è "sospeso"

La vittoria solo per una ventina di voti ma ci sono 421 schede nulle o bianche. Solo domani la decisione dell'Ufficio elettorale

Elezioni comunali, a Piossasco sarà ballottaggio per trovare il sostituto Giuliani

C'è un piccolo giallo a Piossasco, che attende ancora l'esito definitivo delle elezioni amministrative. Nel cuore della notte, dopo una prima ipotesi di ballottaggio tra la candidata del centrosinistra Simona Raneri (Pd, M5s, Sinistra Indipendente e Insieme è possibile) e il candidato del centrodestra Roberto Gerbaldo (Forza Italia, FdI e Lega), l'esponente Dem è stata eletta sindaco con il 50,37%. Informazione acquisita anche dalla Prefettura e dal Ministero, che intorno alle 3 del mattino hanno pubblicato i dati sui loro siti ufficiali. A decretare la vittoria di Raneri un vantaggio di una ventina di voti dei quali, però, è stato chiesto il riconteggio.

La norma prevede che per essere eletti al primo turno, nei comuni che superano i 15mila abitanti, occorra superare la soglia del 50% più 1 dei voti. Prima di festeggiare bisognerà, dunque, attendere il responso dell'Ufficio elettorale centrale cui spetta l'ultima parola e che dovrebbe arrivare nella mattinata di mercoledì. Lo spoglio delle schede nei vari seggi di Piossasco è stato lento e difficoltoso sin dalle prime battute, con alcune schede bianche (96), nulle (325) e un voto contestato e non assegnato. Ciò nonostante Raneri è risultata in vantaggio sin dall'inizio anche se, con il passare delle ore, le percentuali si sono assottigliate tanto da dare per certo, poco prima dell'una del mattino, il ballottaggio con Gerbaldo (che si attesta al 33,35%). Questo fino all'arrivo dei risultati dell'ultimo seggio che hanno permesso di superare il quorum. Domani si saprà.

Intanto Roberto Gerbaldo si complimenta: «In attesa della pronuncia degli Uffici, faccio i miei complimenti a Raneri per il risultato ottenuto. Noi abbiamo certamente commesso degli errori, siamo stati poco incisivi, anche se a parer mio il vero dato da registrare e di cui preoccuparsi è l'astensionismo dilagante». 

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