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Valle Soana: c'è ancora neve a metà luglio, un record secondo solo alla stagione 2013

La stagione nevosa 2023-24 è stata definita "straordinaria" per le nevicate copiose tra febbraio e maggio

«Le domeniche di agosto quanta neve che cadrà», così cantava Gigi D'Alessio nel brano "Un nuovo bacio". Una frase rimasta impressa nella memoria collettiva forse proprio per la sua nota così surreale nelle estati italiane. Eppure ci siamo andati vicini...

La Società Meteorologica Italiana (Smi) ha infatti rivelato - con un report dettagliato - che sul ghiacciaio Ciardoney,  la neve si è sciolta solamente lo scorso sabato, 20 luglio. 

Quella 2023-24 è stata una stagione nevosa particolarmente strana, definita "straordinaria" a causa delle ripetute e abbondanti nevicate che si sono verificate tra febbraio e maggio.
Agli inizi di febbraio, date le scarse precipitazioni, la neve era pressocchè assente e molto scarsa anche nei bacini glaciali oltre i 2500 metri, in linea con "la magra nevosa" che ha caratterizzato questi ultimi anni.
La situazione si è poi completamente ribaltata: secondo Arpa Piemonte, la primavera più bagnata in almeno un settantennio a livello regionale, con il determinante contributo soprattutto degli straordinari apporti di pioggia e neve sull'alto Piemonte. 
Le precipitazioni che hanno ancora caratterizzato l'inizio estate 2024 hanno così ritardato lo scioglimento: un ritardo record, secondo solo alla stagione 2013. 
GHIACCIAO DEL CIARDONEY (2850m)
Alla stazione meteorologica sulla piana proglaciale del Ciardoney (2850 m) fino a inverno avanzato le uniche nevicate di qualche importanza si erano verificate a inizio novembre 2023, e l'8-9 gennaio 2024, tanto che lo strato di neve, a inizio febbraio, era di appena 10 cm, ancor meno di quanto si misurava, negli stessi giorni, nel "terribile" 2022 (55 cm).

In seguito, a una prima corposa nevicata il 9-11 febbraio 2024 (55 cm di neve fresca), si sono aggiunti gli ulteriori e intensi eventi nevosi che hanno permesso la crescita del manto nevoso fino al picco di 375 cm, registrato il 2 maggio.  Sorprendentemente, in poco meno di tre mesi si è passati da un estremo (minimo) di innevamento a quello opposto (massimo) in 12 anni di osservazioni. Un comportamento insolito.

Da sabato 20 luglio, il manto nevoso a ridosso dell'asta nivometrica si è esaurito, con ben dodici giorni di ritardo rispetto alla data media di scomparsa della neve, che nel periodo di osservazione 2013-2023 è l'8 luglio. Tuttavia, un ampio banco di neve persiste ancora poco oltre l'asta. La Smi ha sottolineato che il 1 giugno, data convenzionale di inizio dell'estate meteorologica, la neve era ancora profonda 295 centimetri, un valore record per la data, pari merito con il 2013.

All'epoca, la neve all'asta si era sciolta entro il 26 luglio, la data più tardiva di sempre. Quest'anno, la data di fusione si colloca dunque al secondo posto, almeno nel breve periodo di teleosservazione continua 2013-2024.

Bene ma non benissimo: «Giova ricordare che nei decenni precedenti, fino agli Anni Ottanta, era piuttosto abituale che la coltre nevosa invernale, a queste quote, persistesse a lungo, anche fino alla tarda estate. In alcune stagioni particolarmente favorevoli al glacialismo negli anni Settanta (e soprattutto nel 1977 e 1978) la neve sopravviveva tutta l'estate grazie alle temperature fresche, e l'attuale estensione e spessore del manto nevoso sui ghiacciai si riscontrava perfino a inizio settembre, da quanto tramandano le osservazioni condotte dagli operatori del Comitato Glaciologico Italiano».

Tutti i dati registrati, si possono trovare su: http://www.nimbus.it/ghiacciai/2024/Ciardoney.

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