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baldissero torinese
23 Luglio 2024 - 20:35
Addio alla fabbrica di fuochi d’artificio, ecco le case. «Ma non si rispetta il piano regolatore»
Fino al 2021, qui si producevano petardi e fuochi d’artificio per gli spettacoli pirotecnici in tutto il Nord Italia e oltre. Poi lo storico stabilimento produttivo fondato nel 1958 a Baldissero Torinese da Emilio Parente, al civico 6 di strada Pino Torinese, ha chiuso definitivamente. Adesso è in totale disuso e, al suo posto, potrebbero essere costruite delle nuove abitazioni.
Lo prevede il protocollo d’intesa con la proprietà, approvato ad aprile in consiglio comunale. Sul progetto, però, pesano le presunte irregolarità segnalate dalla consigliera di opposizione Paola Chiesa. Tre mesi fa, era stata l’unica a non votare a favore del nuovo protocollo. Adesso chiede che venga revocato. «Aggira le procedure di variante previste dal Piano regolatore del nostro Comune, ignorando le tematiche di sicurezza e il coinvolgimento dei soggetti istituzionali preposti» segnala al sindaco Piero Cordero, ai vertici della Regione e dell’associazione Legambiente.
L’ex spaccio di fuochi di artificio Parente, lungo la stessa strada che ospita lo stabilimento in disuso
Cordero, al momento, tira dritto: «Con questo protocollo, azzeriamo il rischio che in futuro venga di nuovo avviata la produzione di fuochi d’artificio nel nostro paese. È una lavorazione molto pericolosa anche per chi vive nei paraggi dello stabilimento. I privati, prima di riconvertirlo, si impegnano a bonificarlo totalmente. Il paese ne trarrà vantaggio dal punto di vista della sicurezza e anche da quello ambientale». Non le risultano procedure tecniche non rispettate? «Assolutamente no, come di recente mi ha anche confermato un legale» replica a Chiesa, che invece confida nell’intervento della Regione per avviare un nuovo confronto sul futuro dell’area.
Negli anni scorsi, pare che anche un imprenditore cinese abbia preso contatti con la proprietà per riavviare la produzione di fuochi artificiali, senza che la trattativa andasse in porto. Le future abitazioni, secondo il protocollo, dovranno essere costruite con “le migliori tecnologie per la riduzione degli impatti ambientali”.
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