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stupinigi
05 Agosto 2024 - 21:55
Arrivano i due sposi ma la porta è chiusa. E il matrimonio deve traslocare
Le porte del podere sbarrate, l’attesa, la delusione di chi avrebbe voluto fare del suo giorno più bello una festa per parenti e amici. Anche se solo per pochi intimi. Una situazione che nessuno vorrebbe vivere nel giorno del proprio matrimonio ma che è capitata a una coppia di Nichelino, Roberto ed Eleonora, che avrebbero voluto sposarsi nella cornice della Cascina Ordine Mauriziano, a Stupinigi. Desideravano una cerimonia civile, dopo 8 anni di fidanzamento. Purtroppo così non è stato.
A raccontare l’incredibile vicenda sono gli sposi stessi. «Ci siamo rivolti al Comune e dopo aver valutato le alternative abbiamo scelto la cascina dell’Ordine Muriziano - racconta Roberto -. Avviamo le procedure già il 29 dicembre 2023 e contattiamo l’associazione “Stupinigi è” che si occupa della messa a disposizione della cascina».
Il carteggio tra sposi e Associazione va avanti da gennaio a marzo, quando viene confermata la prenotazione della data scelta: il 6 luglio. Vengono anche invitati a partecipare a una celebrazione che si sarebbe tenuta nel podere ad aprile, per valutare l’associazione all’opera e definire gli ultimi dettagli. Occasione in cui vengono informati della possibilità di allestire la location con alcuni fiori. Un “plus” non obbligatorio che gli sposi declinano spiegando di volere un matrimonio semplice. Da quel momento le comunicazioni con l’Associazione si interrompono, ma proseguono quelle con il Comune che conferma la data scelta, il 6 luglio alle 12,30, la presenza di un rappresentante dell’amministrazione e di un funzionario e invia il bollettino di 500 euro da pagare per usufruire del servizio. Che viene saldato la settimana stessa.
Tutto a posto? In realtà, no. Il giorno del matrimonio, emozionati e con alcuni invitati al seguito, gli sposi si presentano con 40 minuti di anticipo, ma notano subito il portone del podere chiuso e due persone indaffarate al telefono. Sono la vicesindaca Carmen Bonino, che avrebbe officiato la cerimonia, e una funzionaria del Comune che tentavano senza successo di contattare l’Associazione. Alle 13 e dopo mezz’ora di attesa, il disguido è ormai palese: nessuno sarebbe arrivato ad aprire il podere. Bonino cerca di rimediare proponendo di spostare la cerimonia nella sala di piazza Camadona. «L’imbarazzante epilogo di questa vicenda -raccontano ancora gli sposi - arriva quando la vicesindaca riesce a mettersi finalmente in contatto con l’Associazione secondo cui la colpa era nostra perché dopo aprile 2024 non li avevamo più contattati per far sapere la nostra scelta riguardo a fiori e a eventuali addobbi, che tra l’altro non volevamo. Ebbene sì, la negligenza di uno o più viene ribaltata su chi ha subito un danno».
Spiega Bonino: «Sono molto dispiaciuta per l’accaduto, ci siamo scusati così come si è scusata l’Associazione. C’è stato evidentemente un problema di comunicazione. Dopo la prenotazione l’associazione pensava gli sposi si sarebbero fatti sentire per confermare per fiori e addobbi e quando non è successo hanno pensato la cerimonia non si svolgesse più. Gli sposi pensavano invece che gli accordi fossero ormai conclusi e non hanno ritenuto di farsi risentire. Da parte mia a settembre convocherò una riunione con gli uffici per ridefinire e ragionare meglio sugli step per l’organizzazione di questi eventi. Per quanto riguarda il rimborso, la delibera è già partita».
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