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Il caso

Tettoie per gli animali abusive? E il Tar salva (per ora) il rifugio

Casa-rifugio sotto esame: sospesa l'ordinanza di demolizione fino al 2025

Tettoie per gli animali abusive? E il Tar salva (per ora) il rifugio

Tettoie per gli animali abusive? E il Tar salva (per ora) il rifugio

Secondo il Comune di Chieri, i bassi fabbricati dove Sara Amitrano accudisce animali di ogni tipo sono abusivi e vanno demoliti. Appena l’ha saputo, lei ha fatto ricorso al Tar e ha ottenuto quello che voleva: può mantenere intatte tutte le strutture, per il momento. Ma, a giugno dell’anno prossimo, i giudici torneranno sulla questione e la loro decisione potrebbe condizionare fortemente le attività dell’Oasi del Paradiso.

Si tratta della casa-rifugio di strada della Serra, tra le colline chieresi. Amitrano accudisce qui decine di animali di ogni tipo, molti con storie complicate alle spalle. L’area dell’Oasi del Paradiso comprende un vasto giardino. Anno dopo anno, la sua fondatrice l’ha reso tutto a misura di animali. Ci sono recinti, cucce, piscine, pozze di fango per i maiali e anche strutture in legno dove gli esemplari possono trovare riparo dal caldo, dal freddo e dalla pioggia.

È proprio su queste che il Municipio ha puntato gli occhi. Amitrano le avrebbe allestite senza mai chiedere permessi e autorizzazioni. «Non possono essere definite abusive - sostiene l’avvocata Rosaria Loprete, che assiste la responsabile del rifugio -. Si tratta di semplici attrezzature per gli animali, spesso di legno. Alcune sono solo delle cucce appoggiate sul prato. Altre hanno delle componenti in legno, ma nessuna ha le fondamenta. Sono prefabbricati che non hanno bisogno di autorizzazioni».

La prossima udienza davanti al Tar è fissata per giugno 2025. Nell’attesa, nei giorni scorsi, i giudici Rosa Perna (presidente), Alessandro Cappadonia e Andrea Maisano hanno sospeso l’ordinanza del Comune, autorizzando così Amitrano a mantenere intatte le strutture fino alla futura sentenza.

«Il Comune si è limitato ad affrontare aspetti di carattere edilizio-urbanistico - sostiene il Municipio, in una nota a cura del legale Bruno Sarzotti -. È un atto dovuto, che non entra nel merito delle modalità di trattamento degli animali. Fino alla sentenza definitiva, in osservanza alla sospensiva, non assumeremo altri provvedimenti».

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