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L'arresto

Sgominato un giro di prostituzione ad Asti: in manette la donna a capo dell'organizzazione

Fermato anche un collaboratore che prendeva parte alle operazioni

La squadra mobile di Asti, sotto la direzione della Procura della Repubblica, ha eseguito misure cautelari nei confronti di due individui accusati di gestire un lucroso giro di prostituzione. L'indagine, che ha richiesto mesi di lavoro meticoloso, ha svelato un sistema ben organizzato che coinvolgeva cittadini brasiliani vestiti con abiti femminili, sfruttati in due appartamenti della città.



La mente dietro questa operazione era una donna di nazionalità brasiliana, che aveva trasformato l'attività in un vero e proprio business. Con l'aiuto di un cittadino italiano residente ad Alessandria, la donna gestiva ogni aspetto dell'operazione: dal reclutamento delle prostitute direttamente in Brasile, al loro arrivo in Italia, fino alla gestione della pubblicità online e alla rendicontazione dei guadagni. Un'organizzazione che, come un orologio ben oliato, funzionava senza intoppi, generando un ingente volume d'affari.

Il cittadino italiano, descritto come il principale collaboratore della donna, aveva il compito di supportarla in ogni fase dell'attività. La sua presenza era fondamentale per mantenere l'operazione fluida e redditizia. Tuttavia, il suo coinvolgimento non è passato inosservato agli occhi attenti degli investigatori, che hanno raccolto prove sufficienti per sottoporlo all'obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria.



Il modus operandi dell'organizzazione era tanto semplice quanto crudele. Le prostitute, una volta arrivate in Italia, venivano private dei documenti d'identità, rendendole vulnerabili e dipendenti dai loro sfruttatori. La gestione degli appartamenti era tale da garantire un flusso continuo di clienti, mentre le nuove arrivate venivano costantemente introdotte nel sistema, alimentando un ciclo di sfruttamento senza fine.

Durante l'esecuzione delle misure cautelari e delle perquisizioni, la polizia ha arrestato la donna, trasferendola al carcere femminile di Torino. Il suo collaboratore, invece, è stato sottoposto a misure meno restrittive, ma non meno significative dal punto di vista legale. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di ingenti somme di denaro, ulteriore prova del volume d'affari generato dall'attività illecita. Individuato anche un cittadino irregolare di origine brasiliana.

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