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Scioperi Ikea: sindacati in rivolta per il rinnovo del contratto aziendale e la risposta di Ikea

Proteste a Collegno e in tutta Italia: i sindacati interrompono le trattative e Ikea risponde

Scioperi Ikea: sindacati in rivolta per il rinnovo del contratto aziendale

Le tensioni tra i sindacati e Ikea raggiungono un nuovo picco con l'annuncio di uno sciopero di 24 ore, suddiviso in 8 ore a livello nazionale e 16 a livello territoriale. A Collegno, giovedì 27 febbraio, i lavoratori si fermeranno per 8 ore, con un presidio davanti all'ingresso del punto vendita dalle 9 alle 12. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, le principali sigle sindacali coinvolte, hanno deciso di interrompere le trattative con la multinazionale svedese, accusandola di non rispettare i principi di democrazia e inclusività che essa stessa proclama.



Dopo oltre un anno e mezzo di incontri serrati, i sindacati denunciano che Ikea ha ignorato le loro richieste, voltando le spalle ai propri dipendenti. Tra le richieste inaccettabili dell'azienda, secondo i rappresentanti dei lavoratori, vi sono il mancato riconoscimento delle maggiorazioni ai nuovi assunti, un sistema derogatorio e peggiorativo delle professionalità, la cancellazione della "malattia statistica" e l'obbligatorietà del lavoro festivo. Queste condizioni, sostengono i sindacati, minano i diritti fondamentali dei lavoratori e rappresentano un passo indietro rispetto alle conquiste ottenute in passato.

I sindacati sottolineano come Ikea stia introducendo nuovi modelli di business, aprendo punti vendita di prossimità dove le relazioni territoriali sono ridotte al minimo. In questi nuovi contesti, le rappresentanze dei lavoratori sono limitate, e molti dipendenti sono assunti part-time senza possibilità di integrazione oraria. Questa situazione, secondo i sindacati, rappresenta una limitazione dei diritti dei lavoratori e un ostacolo alla loro rappresentanza.

Ikea ha recentemente confermato che le trattative per il rinnovo del contratto integrativo aziendale si sono interrotte. Questa conclusione è stata raggiunta dopo un dialogo prolungato e significativo, poiché le organizzazioni sindacali hanno valutato come insoddisfacente la proposta avanzata dall'azienda. Pur rispettando le posizioni assunte dai sindacati, Ikea esprime rammarico per tale esito, dato che l'impegno aziendale era mirato a un ulteriore miglioramento delle condizioni economiche già garantite a tutti i dipendenti dall'attuale contratto integrativo.

Questi miglioramenti includevano importanti interventi sia nel campo del welfare che nelle maggiorazioni, già ampiamente superiori rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. In particolare, l'offerta di Ikea prevedeva un incremento delle maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e l'introduzione di un premio uniforme e inclusivo accessibile a tutti i lavoratori, con un aumentano significativo degli importi. Per esempio, il premio per un addetto alle vendite a tempo pieno avrebbe superato i €2.000 lordi. Inoltre, erano pianificati maggiori investimenti nella formazione, finalizzati a sostenere lo sviluppo dei dipendenti tramite l'acquisizione di competenze specialistiche, oltre all'introduzione di un importo annuale per tutti i lavoratori da spendere su una piattaforma di welfare per beni o servizi.

La proposta includeva infine ulteriori benefit innovativi, come il supporto per chi intraprende percorsi di procreazione medicalmente assistita o di transizione di genere. Ikea sottolinea di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già previsto dalla normativa e dal contratto integrativo vigente. L'azienda si impegna ad applicare continuativamente il contratto integrativo in vigore, assieme a tutti i benefici che ne derivano. Infine, a proposito delle nuove aperture dei formati Paop, Ikea ribadisce che si tratta di modelli innovativi concepiti per rispondere più efficacemente alle esigenze dei clienti. Si precisa inoltre che, all'interno di questi formati, saranno garantiti tutti i diritti sindacali contemplati dalla normativa vigente.

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