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Ramadan, in carcere niente pacchi con cibo ai detenuti

Ramadan negato: il rifiuto dei pacchi alimentari nel carcere di Ivrea solleva polemiche

Ramadan, in carcere niente pacchi con cibo ai detenuti

Niente pacchi per i detenuti musulmani di Ivrea. La raccolta alimentare del Centro islamico di Ivrea, che ogni anno avviene nel periodo del Ramadan, è stata respinta. Fino a pochi anni fa era una distribuzione diretta, erano cioè i volontari a portare i pacchi ai ristretti. Poi i pacchi arrivavano alle cucine del carcere e successivamente smistati ai detenuti. Nel carcere eporediese ci sono circa 80 detenuti di fede islamica. Pare che quest’anno sia stata la direttrice della Casa Circondariale di Ivrea, Alessia Aguglia, a respingere la richiesta, anzi le due richieste: la prima, inviata a metà febbraio, rigettata per motivi legati ai tempi di autorizzazione. La seconda pare sia stata strappata per motivi di sicurezza e la risposta che è stata fornita riguarda il fatto che non potrebbero essere ispezionabili perfettamente.

Il garante dei detenuti Raffaele Orso Giacone è stato informato ed ha avviato un tentativo di mediazione con la direzione. Anche l’assessora alle Pari Opportunità di Ivrea, Gabriella Colosso, si è interessata del caso. Senza i prodotti che erano contenuti nei pacchi - cibi tradizionali, spezie, preparati per l’occasione - molti detenuti di fede islamica rischiano di non riuscire a osservare correttamente il rito del Ramadan, periodo per loro sacro, dove si astengono dal mangiare, bere, fumare nelle ore diurne. Il digiuno (il Sawm) è uno dei 5 pilastri dell’Islam.

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