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02 Aprile 2025 - 06:45
Decathlon chiude il polo logistico di Brandizzo, addio a 125 posti di lavoro
Addio al polo logistico Decathlon di Brandizzo. Come annunciato negli scorsi mesi, ieri è stato l'ultimo giorno di lavoro nel grande capannone che sorge alle porte di Brandizzo. A nulla sono valsi i tentativi dei sindacati di salvare i 125 posti di lavoro che erano garantiti dal colosso francese degli articoli sportivi.
Una chiusura che arriva ad appena 9 anni dal taglio del nastro. E' stata breve la vita del polo logistico di Decathlon, inaugurato solo nel 2016: un magazzino di 21mila metri quadri con 32 punti di carico, 14mila metri quadri di mezzanino su due livelli e 2.500 metri quadri di uffici che sorge su un lotto dalla superficie complessiva di 50mila metri quadri. Da qui partivano i camion diretti verso decine di negozi dell'Italia nordoccidentale: non solo quelli della provincia di Torino ma anche nel resto del Piemonte e in Liguria.
I lavoratori erano stati informati della chiusura poco meno di un anno fa, con un'assemblea convocata dall'azienda. Una doccia gelata che aveva colpito 125 dipendenti, in prevalenza magazzinieri dall'età media piuttosto bassa (35 anni), provenienti in gran parte dalla provincia di Torino in generale e dal Canavese in particolare, inquadrati soprattutto con contratti part-time.
«Dopo l’annuncio - spiega Luca Sanna, sindacalista Uiltucs - abbiamo avuto avri incontri con la proprietà, che ci ha spiegato che la decisione è stata presa per “un piano di razionalizzazione” che ha comportato la chiusura di 4 centri logistici in Europa. Alla fine, siamo riusciti almeno a limitare i danni per chi lavorava a Brandizzo: una trentina di loro hanno accettato un incentivo per le dimissioni volontarie, una decina ha trovato un altro posto di lavoro e gli altri sono stati riassorbiti nei negozi della provincia e negli altri depositi in Campania, Emilia Romagna e soprattutto in Lombardia, che hanno assorbito il lavoro che prima era svolto a Brandizzo. Inutile dire che i disagi però sono tanti, con persone costrette a trasferirsi o a percorrere decine di chilometri ogni giorno per raggiungere il posto di lavoro». Di cosa sarà del capannone invece, per ora è un mistero: «Abbiamo provato a sollecitare gli Enti locali per una ricerca di aziende interessate a subentrare - conclude Sanna - ma non abbiamo alcuna notizia, neanche di una possibile vendita. Al momento, è destinato a restare deserto».
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