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Settimo Torinese

Futuro incerto per l'ospedale di Settimo Torinese

La consigliera Canalis critica la mancanza di un piano industriale per la struttura

Ospedale di Settimo: un futuro incerto tra attese e promesse non mantenute

L'ospedale di Settimo Torinese.

L'ospedale civico di Settimo Torinese, con i suoi 235 posti letto accreditati, rappresenta un punto di riferimento essenziale per le ASL TO4 e Città di Torino, accogliendo ogni anno oltre 1.600 pazienti. Tuttavia, il suo futuro appare incerto, sospeso tra la liquidazione della società Saapa S.p.A. e l'assenza di un piano industriale da parte della Regione Piemonte.

La consigliera regionale del Partito Democratico, Monica Canalis, ha recentemente espresso preoccupazione per la situazione di stallo in cui versa l'ospedale di Settimo. "Siamo in una fase di attesa", ha dichiarato Canalis, sottolineando l'urgenza di un piano industriale che possa garantire la continuità dei servizi e la tutela dei lavoratori. La Regione, dopo aver acquisito la proprietà dell'immobile nel 2024 tramite l'ASL TO4, si era impegnata a internalizzare l'attività della società Saapa, in liquidazione dal settembre 2021. Tuttavia, il piano industriale necessario per questa transizione non è ancora stato presentato.

Il 19 marzo 2025, Azienda Zero ha affidato all'Università Bocconi il compito di riprogettare strategicamente e valorizzare economicamente l'ospedale. Questa decisione, tuttavia, non ha ancora portato ai risultati sperati. La consigliera Canalis ha accolto con favore l'intenzione di trasformare l'ospedale in una struttura completamente pubblica a gestione regionale, ma ha anche avvertito che "i tempi stringono".

L'ospedale di Settimo non è solo un edificio, ma un presidio sanitario indispensabile per la comunità locale e regionale. La sua funzione nel recupero e nella riabilitazione funzionale di II livello, nella medicina di lungodegenza e nella continuità assistenziale a valenza sanitaria è cruciale. Senza un piano industriale adeguato, l'integrazione di questa struttura nel nuovo piano socio-sanitario regionale potrebbe essere gravemente compromessa.

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