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Rebecca Horn al Castello di Rivoli: una retrospettiva imperdibile

Dal 23 maggio al 21 settembre, un percorso tra le opere iconiche e le installazioni immersive dell’artista tedesca

Rebecca Horn al Castello di Rivoli: una retrospettiva imperdibile

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea si trasforma in un palcoscenico di emozioni e riflessioni con Rebecca Horn – Cutting Through the Past, una retrospettiva che rende omaggio all’artista tedesca scomparsa nel 2024. Dal 23 maggio al 21 settembre, il museo ospita un ampio viaggio attraverso la sua carriera, la prima mostra in un’istituzione pubblica italiana a lei dedicata. Ma chi era davvero Rebecca Horn e perché la sua opera continua a parlare così intensamente al presente?

Artista visionaria, Horn ha saputo intrecciare l’umano e il meccanico in un linguaggio inconfondibile. Le sue creazioni, spesso animate da ingranaggi e movimenti, anticipano le tensioni del nostro tempo, segnato da un crescente dialogo – e conflitto – tra uomo e tecnologia. Curata da Marcella Beccaria, la mostra esplora il cuore pulsante del suo lavoro, dove si intrecciano memoria, tempo, desiderio e potere, in una dimensione al contempo intima e universale.

La retrospettiva presenta un’ampia selezione di opere che attraversano l’intero arco della sua produzione, dagli esordi negli anni Sessanta fino ai lavori più recenti. Spiccano tra queste le celebri macchine cinetiche come Pfauenmaschine (Macchina pavone), creata per documenta nel 1982, e Hauchkörper (Corpo che respira), del 2017. Non si tratta solo di oggetti da ammirare, ma di esperienze immersive che coinvolgono profondamente lo spettatore.

Grande rilievo è dato anche alle installazioni monumentali, tra cui Inferno (1993–2024), Turm der Namenlosen (Torre dei senza nome, 1994) e Concert for Anarchy (2006). Queste opere rompono le convenzioni, sollevando interrogativi su potere, controllo e disordine.

Un'intera sezione è riservata alle sue prime performance, documentate da video recentemente digitalizzati e proiettati su grande scala. Più che semplici testimonianze, questi materiali rivelano Horn come un’artista capace di incarnare il ruolo di mediatrice tra il visibile e l’invisibile.

La mostra valorizza anche le opere già presenti nella collezione del Castello, tra cui il film Der Eintänzer (Il gigolò, 1978), Cutting Through the Past (1992–1993) – che dà il titolo all’esposizione – e Miroir du Lac (Specchio del lago, 2004). Questi lavori testimoniano la profonda spiritualità che attraversa tutta la sua ricerca, un tema che emerge anche in Piccoli Spiriti Blu, installazione permanente che dal 2000 illumina Torino dalla Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini.

Per la prima volta in ambito museale pubblico, la retrospettiva include un nucleo significativo di Bodylandscapes, tra le sue ultime creazioni. Questi grandi disegni pittorici, nati da un gesto performativo, sono animati da forme circolari e fluide, simboli del tempo che scorre e della continua rinascita. A essi si affianca Das Rad der Zeit (La ruota del tempo, 2016), a conferma della sua costante indagine sul ciclo vitale e sull’invisibile.

L’esposizione si estende anche alla Collezione Cerruti, dove, all’interno del programma Interferenze, sarà visibile una selezione di opere tra cui Cello (1999), parte del progetto Konzert für Buchenwald, che risuonerà nella sala della musica della villa. Un’integrazione che amplia l’esperienza del visitatore e sottolinea la risonanza internazionale della sua arte.

Rebecca Horn ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte contemporanea. La sua capacità di trasformare materia, corpo e movimento in un linguaggio poetico e profondo continua a ispirare. La retrospettiva al Castello di Rivoli è un’occasione preziosa per immergersi nel suo universo e riscoprirne la forza evocativa.

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