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criminalità

Mafie, Dia: "Presenza radicata della 'ndrangheta in Piemonte"

Ecco cosa emerge dalla relazione della Dia, la Direzione investigativa antimafia, sull'attività svolta e i risultati conseguiti nel 2024

E' sempre più forte la presenza della 'ndrangheta in Piemonte, secondo la relazione della Dia

E' sempre più forte la presenza della 'ndrangheta in Piemonte, secondo la relazione della Dia

Una "presenza persistente della 'ndrangheta in Piemonte". E' quanto emerge dalla relazione della Dia, la Direzione investigativa antimafia, sull'attività svolta e i risultati conseguiti nel 2024. Secondo la relazione la 'ndrangheta, radicata storicamente nella nostra regione a seguito dei flussi migratori degli anni '50, continua a operare attraverso strutture locali ben organizzate, mantenendo stretti legami con la "casa madre" in Calabria. "Infatti - si legge nel documento - nella Regione si sono purtroppo riprodotti i modelli criminali tipici dei territori di origine delle regioni del sud Italia. La 'ndrangheta, tra le altre, è la matrice mafiosa che ha fatto registrare nel tempo uno sviluppo più funzionale e complesso delle proprie strutture criminali: caratterizzate da rigorosi criteri di ripartizione dei settori e delle zone di influenza, le prime cellule di 'ndrangheta si sono evolute, nel corso degli anni, in veri e propri locali. Un fenomeno, questo, che ha permesso, come riscontrato da importanti inchieste degli ultimi anni, la riproduzione di strutturati e distinti organismi mafiosi calabresi in costante contatto con la casa madre reggina, a conferma del carattere unitario della 'ndrangheta".

Dunque, conformemente al paradigma mafioso declinato al di fuori dei territori di origine, anche in Piemonte le matrici mafiose tradizionali tendono ad agire sotto traccia perseguendo le proprie finalità illecite lontane dai riflettori investigativi e facendo ricorso ad azioni violente solo in situazioni di extrema ratio. In Piemonte le mafie, e in particolare le cosche calabresi, hanno sempre cercato di instaurare rapporti di commistione con i rappresentanti delle istituzioni locali, delle professioni e dell'imprenditoria, creando quell'area grigia in cui l'esercizio del potere e il governo delle risorse del territorio è funzionale a una logica di accrescimento non solo del capitale economico ma anche e soprattutto di quello "sociale".

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