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La polemica
30 Maggio 2025 - 14:45
A Ciriè è polemica sulla gestione della piscina comunale. Secondo un’interrogazione protocollata oggi e presentata dai consiglieri di minoranza Davide D’Agostino e Mattia Palermo (Centrodestra – Insieme per la Città), le tribune dell’impianto sarebbero state chiuse al pubblico e riconvertite in spogliatoi di fortuna.
Il documento, dal titolo esplicito “Piscina comunale – tribune o spogliatoi?”, segnala che atleti e utenti si cambierebbero direttamente sulle gradinate, in assenza di spazi adeguati, mentre i genitori sarebbero invitati a lasciare la struttura, con conseguente esclusione dalla possibilità di assistere agli allenamenti o alle attività dei figli.All’origine della decisione, secondo quanto riferito, vi sarebbe una carenza di spogliatoi, che avrebbe portato il gestore ad adottare soluzioni temporanee utilizzando gli spalti come aree di cambio. Una scelta che, tuttavia, ha sollevato malumori tra le famiglie e interrogativi sull’idoneità della gestione dell’impianto, affidato a UISP Bra-Cuneo.
Non si tratta della prima controversia legata alla piscina comunale. Già nel 2024 l’impianto fu al centro di un dibattito nazionale per l’introduzione di aperture riservate esclusivamente alle donne, una proposta pensata per accogliere utenti che cercavano un ambiente non misto. L’iniziativa, pur con intenti inclusivi, aveva scatenato un acceso dibattito politico.
Nel nuovo atto di sindacato ispettivo, i consiglieri chiedono se l’Amministrazione guidata dalla sindaca Loredana Devietti fosse a conoscenza della trasformazione delle tribune e quali misure intenda adottare nei confronti della società incaricata della gestione. Al centro della richiesta c’è anche il tema della sicurezza: la presenza di borsoni incustoditi e la mancanza di spogliatoi strutturati pone infatti problemi logistici e organizzativi, oltre a generare disagi tra utenti e famiglie.
Nel frattempo, a subire le conseguenze della situazione sono soprattutto le famiglie e i giovani atleti, privati di spazi adeguati e di un ambiente sportivo funzionale. Secondo quanto riportato nell’interrogazione, il risultato è un contesto disordinato che compromette il decoro e la qualità della fruizione dell’impianto.
La vicenda riaccende il dibattito sulla gestione degli spazi pubblici e sull’effettiva capacità delle amministrazioni locali e dei soggetti affidatari di garantire servizi sportivi all’altezza delle aspettative dei cittadini.
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