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03 Giugno 2025 - 06:45
Mancano i vigili del fuoco volontari in provincia
Su 42 sedi, cinque hanno già chiuso. E soprattutto, nella provincia di Torino (dove ci sono 600 volontari ripartiti nelle varie sedi) dal 2021, per raggiunti limiti di età o per decisione volontaria, sono stati cancellati dai quadri del personale, cessando il servizio, 316 operatori a fronte di soli 181 nuovi ingressi. E’ allarme nei distaccamenti volontari dei vigili del fuoco, a causa del grave stato di sofferenza delle sedi.
Motivo principale, la carenza di personale vigile e personale abilitato alla guida dei mezzi di soccorso. «Questo per via della mancata programmazione dei necessari corsi di formazione e abilitazione tesi a colmare queste lacune», ha affermato Sergio Aureli, presidente dell’Associazione nazionale vigili del fuoco volontari, che ha scritto una lettera indirizzata alle istituzioni nazionali, regionali e provinciali dei pompieri, denunciando tutte le criticità nel servizio di soccorso del Comando provinciale di Torino. «Da mesi ci arrivano segnalazioni - dichiara Aureli - di sofferenza delle nostre sedi volontarie».
I numeri, elaborati dal Centro studi ed esperienze dell’associazione, peggiorano di anno in anno: nel 2021 abbiamo avuto 33 cessazioni di servizio, nel 2022 il numero è salito a 73, poi 69 nel 2022, 96 nel 2024 e nell’anno corrente siamo già a 45 (ma i dati sono aggiornati al 28 maggio). Le cose vanno male anche per quanto riguarda gli autisti dei mezzi: dal 2021, sono stati formati solo 38 autisti per la patente di 2° grado e 34 autisti per la patente di 3° grado. A questi numeri si aggiunge il fatto che in alcuni interventi urgenti la sala operativa dei pompieri, anziché mandare sul posto i volontari, invia personale di ruolo. «Questo avviene nonostante le chiare indicazioni del comandante provinciale e in questo modo la squadra affronta anche lunghe percorrenze, nonostante sia operativo e presente il personale della sede volontaria più vicina. Così facendo - continua Aureli - il capoluogo e i grandi centri abitati vengono sguarniti di risorse, e si allungano anche i tempi di intervento verso la periferia, con lunghe attese da parte dei cittadini». Insomma un quadro davvero a tinte fosche, con il presidente Sergio Aureli che sia augura «che tutto vada sempre per il meglio», chiedendo però alle istituzioni di «intervenire urgentemente al fine di scongiurare un inceppamento alla capillarità del soccorso già in parte in essere».
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