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IL FATTO
12 Giugno 2025 - 16:59
«Mara Favro? È morta a causa dell’impatto. Non è stata accoltellata». A dirlo è Luca Milione, il gestore della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte, principale indagato per l’omicidio della cameriera scomparsa l’8 marzo 2024 e i cui resti sono stati ritrovati a Gravere esattamente un anno dopo.
Milione, fin dall’inizio dell’inchiesta, ha sempre dichiarato la propria estraneità ai fatti: «E ho sempre sostenuto che qualcuno, mai indagato finora, abbia spinta Mara di sotto». E la conferma adesso che, a quanto risulta, il medico legale Roberto Testi ha consegnato l'esito dell'autopsia al procuratore aggiunto Cesare Parodi: una perizia particolarmente complicata visto che il corpo era fortemente deteriorato dopo un anno in mezzo ai boschi. Tanto che, più di autopsia, si parla di "esame antropologico", in quanto si tratta solo di una ventina di ossa. Gli atti non sono ancora stati depositati ma, secondo indiscrezioni, è confermato quanto sostenuto da Milione (anche al programma "Chi l'ha visto?"). Sul corpo della 51enne, però, sono presenti diverse fratture perimortali. Cioè avvenute appena prima o appena che il cuore si fermasse. Ma qual è la causa del decesso di Mara? La cameriera di Susa, mamma di una bimba di 9 anni, potrebbe esser morta in seguito alla caduta, visto che l'ultimo tratto di sentiero praticabile si trova 60 metri a monte del punto in cui è stata ritrovata. Ma non è escluso che qualcuno possa averla strangolata e poi buttata giù.
L’avvocato difensore di Milione, Tommaso Luca Calabrò, si mantiene sulla linea della prudenza: «Attendo il deposito in Procura per trarre le mie conclusioni». Sul caso si è espresso anche il presidente dell’associazione Penelope, il criminologo Fabrizio Pace: «Per ora è impossibile accertare le cause della morte» ha dichiarato in un breve intervento durante la trasmissione televisiva Chi l’ha visto.
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