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Lavori pubblici

Bardonecchia, via al nuovo teleriscaldamento: centrale a cippato e rete rinnovata per 300 milioni

Oltre alla ristrutturazione dei sistemi attuali, una nuova centrale "green" per contribuire al servizio

Bardonecchia, via al nuovo teleriscaldamento: centrale a cippato e rete rinnovata per 300 milioni

Il vecchio magazzino su cui sorgerà la nuova stazione di teleriscaldamento rinnovabile, di fianco l'attuale stazione di teleriscaldamento

Il nuovo bando, pubblicato martedì scorso settimana, prevede una concessione trentennale da oltre 300 milioni di euro, con un investimento iniziale da 30 milioni nei primi tre anni. Il nuovo gestore non solo dovrà garantire la continuità del servizio per circa 350 tra abitazioni e uffici pubblici, ma anche costruire una nuova centrale a cippato, ossia un impianto che produce calore utilizzando cippato di legno come combustibile, e riqualificare l’intera rete di distribuzione del calore nel capoluogo e nelle frazioni. La sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti, ha annunciato il possibile affidamento della rete di teleriscaldamento della cittadina valsusina, dopo una lunga fase transitoria. «La centrale ha avuto due gestori, MetanAlpi e poi Lumina, ma con la nuova legislazione non è più possibile l’affidamento diretto. La convenzione non è stata rinnovata e abbiamo avviato un percorso di gara pubblica. Per il momento il piano migliore arriva da MetanAlpi Sestriere-Ecotermica Servizi, promotore del progetto originario poi rivisto e migliorato anche grazie alla consulenza del Politecnico».

La svolta arriva dopo anni di trattative complicate: Lumina, l’attuale gestore, ha impugnato una perizia sul valore dell’impianto e il contenzioso si è allargato a cinque cause legali, tra cui una sull’impugnazione di un’ordinanza che qualificava il servizio come pubblico. «Ci sono state anche fatture sovrastimate e disservizi gravi – spiega Rossetti – ma ora, con il supporto del Politecnico e dello studio legale incaricato, siamo usciti con la gara dopo un anno di lavoro e valutazioni».

La ristrutturazione dell'impianto attuale prevede 30 chilometri di rete da rinnovare, con un primo intervento da tre milioni solo per le tubazioni principali, considerando che l’attuale impianto cittadino è stato stimato in un valore complessivo di 9,5 milioni di euro. L’obiettivo dell’amministrazione è affidare la gestione entro metà settembre, così da avviare già nei prossimi mesi i lavori più urgenti in vista della stagione sciistica. Inoltre la ristrutturazione della centrale in totale, compresa di caldaie e serbatoi per assicurare una riserva di calore nei momenti di massimo consumo – come i fine settimana e le festività natalizie – porterà a un investimento superiore ai 28 milioni di euro.

Il progetto ha una forte componente ambientale: la nuova centrale sorgerà accanto alla vecchia e sarà alimentata a cippato, un combustibile legnoso ricavato dalla pulizia dei boschi, tritato e stoccato. «Una scelta coerente con le indicazioni dell’Unione Europea in tema di energie rinnovabili – spiega la sindaca –. La montagna ci offre la materia prima, e noi vogliamo valorizzarla».

Il Politecnico di Torino, coinvolto nel progetto, ha collaborato per la fattibilità e sostenibilità tecnica della scelta. Le caldaie a cippato sono più costose, ma il combustibile ha un prezzo inferiore. Le emissioni sono contenute, soprattutto essendo dotate di filtri avanzati per abbattere le polveri sottili, prodotte dalle biomasse usate. In montagna, dove l’aria è più pulita, i limiti di emissione sono più tolleranti rispetto a una città come Torino, ma le tecnologie moderne li rispettano comunque ampiamente.

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