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il caso

Ferito in viaggio di nozze e bloccato in Perù: raccolta fondi per il neo-sposo Mattia

Mattia Vignolo è in Sudamerica, ed è bloccato su un letto senza potersi sedere né camminare. L'appello per riportarlo a casa

Mattia Vignolo con la moglie Emilie Richiardone

Mattia Vignolo con la moglie Emilie Richiardone

Centomila euro per riportare Mattia a casa e permettergli di curarsi. È il disperato appello lanciato sulla piattaforma GoFundMe dalla testimone di nozze di Mattia Vignolo e Emilie Richiardone. I due trentenni, originari di Bagnolo Piemonte e di Pinasca, dopo essersi sposati il 7 giugno, erano in viaggio in Perù. Ma dopo soli due giorni, la luna di miele si è trasformata in un incubo. Di ritorno da un’escursione nel deserto di Huacacina, Mattia scivola su alcuni scalini insabbiati e nella caduta gli va fuori posto il femore che frattura anche parte del bacino. Ricoverato nell’ospedale regionale della città di Ica, dopo tre ore gli viene rimesso in sede il femore. In quell’ospedale, nel mezzo di un corridoio resta per 40 ore. «In condizioni disumane: un ospedale senza porte, igiene assente, nessun supporto medico - racconta la testimone Eleonora Pertusio -. Per 13 ore non riceve né un catetere né antidolorifici. La moglie Emilie, da sola e senza conoscere la lingua, è costretta a comprare i farmaci nel piccolo supermercato interno all’ospedale, più volte al giorno. Di notte non può nemmeno riposare: non ci sono sedie, e Mattia resta incustodito».

«È una situazione indecente - spiega lo stesso Mattia raggiunto al telefono dal Perù  - dove ci sono cani che entrano dentro le sale, le condizioni igieniche sono terribili, in più vivi in balia della corrente d’aria. Le coperte le devi chiedere con insistenza più volte». Grazie all’Ambasciata italiana, Mattia viene trasferito in un’altra clinica, ma le difficoltà più grandi ci sono con l’assicurazione sanitaria stipulata prima del viaggio che rifiuta di coprire il volo sanitario. «Costa 210 mila euro e partirebbe subito - specifica il 30enne - ma l’assicurazione me lo nega perché se posso operarmi in Perù loro non lo forniscono». 

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