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IL CASO

Corruzione al Luna Park in provincia: 10 anni dopo comandante in manette

150 euro per le giostre piccole, fino a 300 euro per le attrazioni più grandi, pagati con prepagate

Corruzione al Luna Park in provincia: 10 anni dopo comandante in manette

CLAUDIO ASIOLI

È finito agli arresti domiciliari ieri mattina il comandante della polizia locale di La Cassa, Claudio Asioli, coinvolto nell’indagine denominata “Luna Park”, coordinata dalla procura di Vercelli e condotta dai carabinieri della Compagnia di Vercelli.
E non è il solo.
Con lui sono state coinvolte altre tre persone, accusate di corruzione e falso legati all’emissione illegittima di codici identificativi per spettacoli viaggianti, ovvero le giostre che animano le feste paesane.
Il procedimento è scaturito a seguito di un grave incidente avvenuto a Legnano, dove una giostra risultava omologata dal Comune di Borgo d’Ale, ma dalle verifiche era emerso che la sicurezza era tutt’altro che garantita. Fu proprio l’allora sindaco di Borgo d’Ale, Pier Mauro Andorno, a segnalare la situazione ai carabinieri, dando il via alle indagini.Le verifiche effettuate dai vigili del fuoco di Vercelli e Torino hanno rivelato anomalie nella concessione dei codici identificativi. Alcuni di questi erano stati rilasciati dal Comune di La Cassa senza la regolare convocazione del comandante provinciale dei vigili del fuoco, figura obbligatoria nelle commissioni di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Le indagini hanno permesso di accertare che Asioli intratteneva rapporti con intermediari e un ingegnere, tramite i quali i proprietari delle giostre ottenevano la documentazione necessaria. La corruzione aveva un tariffario: 150 euro per le giostre piccole, fino a 300 euro per le attrazioni più grandi, pagati con carte prepagate, mentre i diritti di segreteria venivano versati regolarmente al Comune.
Secondo gli inquirenti, le commissioni comunali di vigilanza venivano organizzate fittiziamente in occasione di manifestazioni pubbliche, rilasciando numerosi codici identificativi in assenza di una reale verifica tecnica. Durante le sedute, spesso mancavano i membri obbligatori, le attrazioni non venivano montate né collaudate, eppure venivano certificate come idonee, con un potenziale grave rischio per la sicurezza degli utenti.
Oltre agli arresti domiciliari per Asioli, il giudice per le indagini preliminari ha disposto per un secondo intermediario l’obbligo di dimora e per l’ingegnere coinvolto l’obbligo di dimora unitamente al divieto temporaneo di esercitare la professione per sei mesi.
Nelle ultime ore si sono concluse le perquisizioni a carico dei destinatari delle misure cautelari e presso il Comune di La Cassa. Le indagini proseguono per completare il quadro probatorio.
L’inchiesta era partita nel 2015. Dieci anni fa. Le attrazioni coinvolte erano diverse, dai punching ball alle “giostre del calcinculo”.
Nel 2019 furono arrestate 7 persone: sul registro degli indagati erano 36 i nomi che figuravano.

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