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IL FATTO

Operazione Retablo: 64 opere trafugate. E il bottino da 3 milioni torna in patria

La delicata indagine, a cura dei carabinieri del Tpc di Torino, è durata due anni

Operazione Retablo: 64 opere trafugate Il bottino da 3 milioni torna in patria

Una villa sul Lago Maggiore ha fatto da scrigno a un vero e proprio tesoro d’arte sottratto illegalmente alla Spagna: oltre sessanta opere, tra cui un retablo del XVI secolo, sono state restituite alle autorità spagnole dopo due anni di indagini coordinate dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino.
L’indagine, battezzata come operazione “Retablo” (che in spagnolo significa pala d’altare, ndr) è partita da una segnalazione telefonica ricevuta nella primavera del 2023 dalla Soprintendenza di Novara. Segnalazione che risulta essere opera di più persone: alcuni avvocati e una fondazione legati ai proprietari della villa di Lesa.


In particolare, era stato segnalato un retablo vincolato dallo Stato spagnolo che non avrebbe potuto trovarsi in Italia.
A seguito di questa comunicazione, i carabinieri hanno organizzato un’operazione per accedere alla villa, dove risiedevano due cittadini tedeschi recentemente deceduti. Sfruttando il fatto che uno dei due era legittimo proprietario di alcune armi, le forze dell’ordine hanno ottenuto il permesso di entrare e hanno scoperto un vero e proprio museo privato: sculture, dipinti, arazzi, specchiere e mobili, tutti beni esportati illegalmente dalla Spagna, con un valore stimato di oltre 3 milioni di euro, come ha dichiarato il generale Francesco Gargaro.
Gran parte delle opere erano state trasferite dall’Andalusia al Lago Maggiore senza le necessarie autorizzazioni; circa cinquanta erano custodite nella villa di Lesa, mentre altre quindici erano state vendute a privati e negozi. Gli oggetti sequestrati sono stati custoditi presso i Musei Reali di Torino in attesa della restituzione ufficiale, avvenuta in una cerimonia a Palazzo Reale con la partecipazione di rappresentanti spagnoli di alto livello, tra cui la direttrice generale del Patrimonio e delle Belle Arti, Ángeles Albert De Leon.
La collaborazione internazionale ha così permesso di recuperare e restituire un patrimonio culturale di inestimabile valore, ribadendo l’importanza della tutela delle opere d’arte e della lotta al traffico illecito.
Il destino finale delle opere spetterà ora allo Stato spagnolo, che potrebbe destinarle, come auspicato dagli esperti italiani, al Museo del Prado di Madrid. «È una grande giornata – così il procuratore di Torino, Giovanni Bombardieri – che dimostra l’importanza della collaborazione internazionale nel recupero del patrimonio culturale». Sulle future destinazioni delle opere, Brison sottolinea che «deciderà lo Stato spagnolo, ma meriterebbero di essere esposte al museo del Prado di Madrid».

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