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Ambiente

Popillia japonica, la Regione Piemonte schiera 1.200 trappole contro il coleottero invasivo

Avviato il Piano di Azione 2025 per contenere la diffusione dell’insetto nelle aree più colpite, come il Canavese.

Popillia japonica, la Regione Piemonte schiera 1.200 trappole contro il coleottero invasivo

Parte ufficialmente il Piano di Azione 2025 per il contenimento della Popillia japonica, il coleottero giapponese che da anni minaccia colture agricole e aree verdi. L’iniziativa è stata avviata dal Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, in collaborazione con l’IPLA e con il coordinamento delle Regioni Lombardia, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Liguria.

Con l’arrivo di giugno, periodo in cui gli adulti emergono dal terreno, sono iniziate le attività di controllo sul territorio.

Trappole “attract and kill” in azione

Nel quadro delle operazioni, sono state posizionate 1.200 trappole a ombrello con rete impregnata di insetticida. Si tratta di dispositivi “attract and kill”, capaci di attirare gli insetti con esche specifiche e abbatterli al contatto. Le trappole, dotate di cartelli informativi, non devono essere spostate o danneggiate dai cittadini.

In parallelo, sono in funzione trappole di monitoraggio settimanale, necessarie per valutare l’andamento della popolazione del parassita nelle aree più a rischio.

Danni già visibili in molti comuni del Canavese

I primi effetti della presenza del coleottero sono già sotto gli occhi di molti residenti in Canavese, dove il parassita è stato segnalato in numerosi comuni. I danni riguardano sia le colture agricole (vite, mais, nocciolo) sia i giardini privati.

Come comportarsi in caso di infestazione

In agricoltura, il contenimento può avvenire mediante trattamenti insetticidi già impiegati contro altri parassiti (cimici, piralide, diabrotica, scafoidei). In caso di forti infestazioni, possono rendersi necessari trattamenti mirati. Per i piccoli frutti, è consigliata l’installazione di reti anti-insetto. Nell’agricoltura biologica, le soluzioni sono più limitate: l’uso del caolino, che copre le piante di una patina bianca, sembra ridurre l’attrattività per gli adulti.

Nei giardini e negli orti domestici, la strategia più semplice ed efficace resta la raccolta manuale degli adulti, preferibilmente nelle prime ore del mattino, quando gli insetti sono meno reattivi. Gli esemplari raccolti vanno immersi in un contenitore con acqua e sapone per impedirne la fuga.

Sui tappeti erbosi (compresi campi sportivi), si consiglia l’uso di nematodi entomopatogeni (Heterorhabditis bacteriophora), innocui per persone e animali. Il trattamento, che deve avvenire tra fine agosto e metà settembre, prevede l’irrigazione del terreno dopo l’applicazione per garantire la penetrazione delle larve nematodi nel suolo.

Trattamenti insetticidi: sì, ma con attenzione

I principi attivi impiegabili variano a seconda dell’ambito: tra i sintetici, l’acetamiprid e i piretroidi (come la deltametrina) sono i più efficaci. In ambito hobbistico è ammesso l’uso di tetrametrina combinata con permetrina e piperonil butossido, purché destinata espressamente alla difesa delle piante.

Gli esperti raccomandano comunque un uso limitato e mirato degli insetticidi, per evitare effetti collaterali negativi sulla biodiversità e la diffusione di parassiti secondari, come il ragnetto rosso. Inoltre, molte colture possono sopportare livelli moderati di defogliazione senza cali significativi di produzione.

Da fine luglio, la presenza di adulti inizia naturalmente a diminuire: la loro vita media è infatti piuttosto breve.

Le trappole? Non usatele in orti e giardini

Un’ultima raccomandazione arriva dagli esperti della Regione: evitate di installare trappole nei giardini privati. Questi strumenti attirano numerosi coleotteri, ma non li eliminano tutti, con il rischio di aumentare i danni alle piante circostanti.

Tutte le informazioni aggiornate sulle azioni in corso sono disponibili sul sito della Regione Piemonte.

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