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Salute animale
15 Luglio 2025 - 21:25
Una nuova minaccia sanitaria per il comparto zootecnico italiano si affaccia sul territorio nazionale: si tratta della dermatite nodulare contagiosa, una malattia virale che colpisce i bovini e che è tornata a far parlare di sé dopo il recente focolaio confermato in Sardegna, nella provincia di Nuoro.
L’emergenza non è solo regionale: il rischio di diffusione riguarda tutte le aree coinvolte in scambi di capi di bestiame, e tra queste figura anche il Piemonte, dove sono state già avviate azioni di prevenzione e controllo per scongiurare l’arrivo del virus.
DERMATITE NODULARE BOVINA: COS'È, COME SI TRASMETTE E PERCHÉ PREOCCUPA L'ITALIA
La dermatite nodulare contagiosa è una malattia virale altamente infettiva, trasmessa da insetti ematofagi (mosche, zanzare, zecche), che causa febbre, lesioni cutanee (noduli), edema e, nei casi più gravi, può portare anche alla morte degli animali non immunizzati. Il virus colpisce esclusivamente i bovini ed è classificato tra le malattie di categoria A dall’Unione Europea, quindi soggetta a notifica immediata e restrizioni sanitarie severe.
Originaria di molti Paesi africani, la malattia ha fatto il suo ingresso in Europa nel 2012, diffondendosi dai Balcani a vari Stati membri. Una campagna vaccinale massiccia ha permesso di bloccare l’epidemia nei paesi dell’Europa sud-orientale, ma il recente episodio in Sardegna ha riacceso l’allarme. Il 21 giugno scorso, infatti, è stato confermato il focolaio in un allevamento della provincia di Nuoro. Immediatamente sono state attivate tutte le misure previste dalle normative: sequestro e isolamento della struttura, istituzione di zone di protezione (20 km) e sorveglianza (50 km), blocco delle movimentazioni e avvio dell’abbattimento sanitario dei capi infetti.
Il Ministero della Salute, insieme alla Commissione Europea, sta predisponendo una missione tecnica per valutare la situazione e fornire supporto agli enti locali e nazionali. È in corso anche la preparazione di una campagna vaccinale con vaccino vivo attenuato, proveniente da paesi extra-UE.
CONTROLLI INTENSIFICATI IN PIEMONTE: IL SETTORE ZOOTECNICO TEME NUOVI FOCOLAI
In Piemonte, l’allerta è alta: la regione ha già effettuato controlli negli allevamenti che hanno importato bovini dalla provincia di Nuoro nei tre mesi precedenti l’insorgenza del focolaio. I Servizi Veterinari regionali hanno inoltre eseguito sopralluoghi clinici e ambientali, verificando anche la presenza di insetti vettori. Finora, i controlli hanno dato esito negativo, ma l’attenzione resta alta.
Le autorità sanitarie piemontesi hanno quindi innalzato il livello di sorveglianza, anche in coordinamento con tutte le ASL territoriali, e si stanno preparando a eventuali ulteriori misure nel caso il contagio si estenda.
Il settore bovino piemontese, infatti, è già stato messo a dura prova da crisi economiche e cambiamenti normativi, guarda con preoccupazione all’evolversi della situazione. Le organizzazioni agricole chiedono informazioni chiare, sostegno economico in caso di focolai e soprattutto strumenti per prevenire i danni alle aziende zootecniche.
La prevenzione è l’unica arma davvero efficace: per questo, le autorità regionali invocano il massimo impegno da parte di allevatori e operatori nella segnalazione tempestiva di sintomi sospetti e nel rispetto delle normative sanitarie.
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