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Scuola: niente accorpamenti dopo le proteste. ”Salve” anche le piccole scuole di montagna

Città metropolitana ha deciso di non procedere senza l’accordo degli istituti interessati

Scuola: niente accorpamenti dopo le proteste. ”Salve” anche le piccole scuole di montagna

Scuola: niente accorpamenti dopo le proteste. ”Salve” anche le piccole scuole di montagna

Le scuole torinesi sono salve. Non ci sarà nessuno dei temuti accorpamenti che un mese fa hanno scatenato le proteste di studenti, genitori e insegnanti delle scuole coinvolte nel progetto che avrebbe di fatto cancellato alcuni istituti cittadini. E, ulteriore buona notizia, non spariranno neanche le piccole scuole di montagna.

La decisione della Città metropolitana di Torino è stata quella di non proporre alcun accorpamento delle scuole non condiviso per l’anno scolastico 2026-2027. Un principio ribadito dal vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e dalla consigliera Caterina Greco, delegata all’istruzione, nel corso della Conferenza metropolitana sulla programmazione scolastica, convocata online ieri. Un sospiro di sollievo soprattutto per gli istituti che, come emerso un mese fa, rischiavano l’accorpamento: il Birago con il Bodoni Paravia e il Levi, l’Albe Steiner con il Beccari, lo Zerboni con il Peano. Nel corso della Conferenza è stato sottolineato che Città metropolitana di Torino ha il compito di istruire le pratiche per tutti gli istituti - sia quelli superiori di propria competenza che quelli del primo e secondo ciclo - in materia di dimensionamento, sulla base di un atto annuale del Consiglio regionale del Piemonte che detta gli indirizzi e i parametri da seguire nel rispetto delle norme nazionali.

«Su un tema che so essere tanto complesso e delicato che ha dato vita a un dibattito molto acceso nelle scuole e nei Comuni - ha detto il vicesindaco metropolitano Suppo - siamo riusciti a confezionare una proposta che tiene fede agli impegni assunti sul territorio, cioè non procedere senza l’assenso di tutti. Vogliamo ribadire con forza la nostra idea di una scuola inclusiva e partecipativa. I dati sulla natalità ci fanno capire che stiamo andando incontro a tempi complicati, ma non si può ragionare con l’accetta. Registriamo una necessità di spazi, di laboratori in cui fare attività diversa dal passato; dobbiamo ragionare insieme al mondo della scuola, consapevoli che rappresentiamo un territorio molto vasto e diversificato».

La consigliera delegata all’istruzione Caterina Greco ha ricordato come il dimensionamento non sia l’unico tema che Città metropolitana deve trattare: vi sono infatti le concessioni in deroga per molti Comuni di montagna dove i plessi scolastici non hanno il numero di iscritti per restare aperti ma devono poter continuare ad erogare un servizio. In questo caso, a rischiare erano soprattutto le scuole di Fenestrelle, Meana di Susa, Montalenghe, Orio Canavese, Pragelato, Roure e Sestriere. Per tutte è arrivata la deroga. «È necessaria una riorganizzazione e gli elementi da considerare sono molti - coonclude Caterina Greco - a cominciare da una riflessione sul numero in crescita di studenti con disabilità e di studenti stranieri: per loro servono maggiori investimenti».

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