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l'omicidio di venaria
01 Novembre 2025 - 08:51
A sinistra, Gualtiero Franchino. A destra, i carabinieri a Venaria
Sei colpi sparati con una Colt Python. Era il 19 gennaio 2024 e Gualtiero Franchino, 63 anni, aveva ammazzato così, a Venaria dopo un litigio, Marcin Wojciechowski, senzatetto polacco di 43 anni che si era costruito un rifugio in una capanna vicino allo Stura. Dopo oltre un anno e mezzo di indagini, i carabinieri del comando provinciale di Torino, coordinati dalla procura di Ivrea, hanno individuato e sottoposto a fermo il 63enne, di professione commesso. Dopo l’omicidio Gualtiero Franchino non si era costituito, ora è in carcere e dovrà rispondere di omicidio volontario. Omicidio avvenuto mentre l’assassino era a spasso col cane. E proprio a causa del cane, Franchino avrebbe sparato al clochard polacco, uccidendolo.
La lite e gli spari
Un omicidio, quello del clochard, avvenuto per colpa del cane. Per la precisione, del Jack Russell che Gualtiero Franchino stava portando fuori. Ma il 63enne, la sera del 19 gennaio 2024, era armato. Nel giubbotto aveva una pistola Colt Python, regolarmente detenuta. «Mi sono fermato presso quello che mi sembrava un orto. Ad un certo punto è spuntato un uomo con un grosso coltello, io avevo la pistola, ho sparato ma sinceramente pensavo di non averlo nemmeno colpito, in quanto quando sono andato via lui era ancora in piedi». Queste, le parole del fermato, nell’interrogatorio. Quell’omone grande e grosso si chiamava Marcin Wojciechowski, aveva 43 anni ed era un senza fissa dimora, con un rifugio di fortuna tra il bosco e la ferrovia Torino-Ceres, a Venaria, al fondo della zona residenziale di via Cavallo.

Il Jack Russell, improvvisamente, sarebbe entrato nell'orto e Gualtiero Franchino lo ha inseguito. Trovandosi davanti il senzatetto. «Aveva un coltello e mi ha dato un calcio», così Gualtiero Franchino, sempre nell’interrogatorio davanti al pm Davide Piergianni. Ricostruzione che non ha convinto. Gualtiero Franchino infatti, come afferma la giudice Beatrice Bonisoli «ha sparato sei colpi in rapida successione, a una distanza di due metri dalla vittima. Benché possa avere avuto paura, il rivale non lo stava aggredendo e lui non ha provato a difendersi in alcun modo, senza nemmeno provare a sparare dei colpi in aria per metterlo in fuga». Per queste ragioni il gip, seppur non convalidando il fermo, ha disposto per Franchino, difeso dall’avvocato Paolo Maisto, la custodia cautelare in carcere, alle Vallette.

Commesso pistolero
Incensurato, sposato, Gualtiero Franchino è commesso in un negozio a Torino. E tra le sue grandi passioni, ci sono le armi da fuoco. Non solo la pistola Colt Python utilizzata per uccidere Marcin Wojciechowski, perché in casa il 63enne aveva anche una Glock, altre pistole e un taser. E l’uomo, a cui sono stati sequestrati anche dei proiettili e un giubbotto antiproiettile, è anche un assiduo frequentatore del poligono di tiro. A tradirlo, tra i vari elementi, due particolari su tutti: primo, la macchina, una Fiat Qubo grigio chiaro, intestata alla moglie del fermato, che Gualtiero Franchino ha usato la sera del 19 gennaio di un anno fa. Passando dal centro di Venaria verso via Cavallo alle 17.17, per poi tornare verso il centro città, da via Cavallo, alle 17.48. Alle 17.31, i colpi d’arma da fuoco che hanno ucciso Wojciechowski; secondo elemento, ricerche sul web, ad esempio sui visori notturni, la sostituzione della canna della Colt e a che distanza la pistola poteva uccidere. Ma il fermato, subito dopo online, aveva anche cercato informazioni su un “senzatetto ucciso a Venaria”. Appunto, Marcin Wojciechowski.
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