Don Riccardo Robella resta stabile: lievi miglioramenti, ma sarà mantenuto in coma farmacologico per due settimane

Le condizioni di don Riccardo Robella, parroco di Leinì e cappellano del Torino, restano stabili con lievi miglioramenti sul fronte della respirazione. È quanto ha comunicato il Comune di Leinì, aggiornando la cittadinanza sullo stato di salute del sacerdote, rimasto coinvolto la scorsa settimana in un incidente sull’autostrada A6 Torino-Savona, all’altezza di Carmagnola.

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«Lo stato di salute di don Riccardo rimane stabile con lievissimi miglioramenti sul fronte della respirazione. In virtù di questi seppur lievi segnali positivi, la scelta dello staff medico è orientata a mantenere per due settimane il nostro parroco in coma farmacologico. Tale scelta è per permettergli di recuperare con tranquillità senza forzare troppo i tempi. Al termine di questo tempo la situazione verrà rivalutata», si legge nella nota diffusa dal Comune.

Ore decisive per don Riccardo

Il sacerdote coinvolto in un grave incidente sull’A6 verso la fase di valutazione sulla respirazione

Il quadro clinico del sacerdote rimane stabile, ma la prognosi resta riservata. I medici continuano a monitorare costantemente l’evoluzione delle sue condizioni, mantenendo la massima prudenza in questa fase post-traumatica.

Già nei giorni scorsi le équipe sanitarie avevano indicato che, in caso di risposta favorevole, si sarebbe potuto procedere con la verifica della capacità respiratoria autonoma, ma la decisione di prolungare il coma farmacologico mira a garantire un recupero più graduale e sicuro.

Comune e Curia invitano i cittadini a fare riferimento solo alle fonti ufficiali per eventuali aggiornamenti, ribadendo che al momento non sono previste conferenze stampa o dichiarazioni pubbliche. L’intera comunità di Leinì continua a esprimere vicinanza e affetto al proprio parroco, in attesa di nuovi progressi.

Ancora gravi le condizioni di don Riccardo Robella

Celebrata una messa di preghiera per lui ieri sera nella parrocchia di Leinì, dove il don è parroco