I percorsi “sporco” e “pulito” rimarranno, all’inizio qualche problema ci sarà. Ma il via libera è arrivato. E anche gli ospedali si preparano a tornare alla normalità. È stata l’Unità di Crisi, su indicazione dell’assessorato alla Sanità, a inviare alle Asl piemontesi una circolare che autorizza la riconversione di tutti i Covid hospital affinché possano ritornare alla loro attività ordinaria. Con la conseguente riapertura anche di tutti i Pronto soccorso e i punti di primo intervento ancora chiusi.
Il beneficio immediato sarà quello di dare un po’ di ossigeno a quei “Pronto” che, come aveva denunciato Riccardo Ruà dell’associazione Adelina Graziani - negli ultimi giorni avevano cominciato a congestionarsi, con barelle sistemate nei corridoi. E poi si potrà dare la scossa all’erosione delle liste d’attesa, la grana più urgente del sistema sanità. Alla Città della Salute, ad esempio, le prestazioni da recuperare tra visite e interventi saltati, sono circa 500. E altre 850 dovranno essere recuperate alla Città di Torino diretta da quel Carlo Picco che ritiene di riuscire a smaltire tutto «in tre, massimo sei mesi».
Il recupero, del resto, è già iniziato ovunque. Anche perché la riconversione è già partita. All’Oftalmico non ci sono più reparti Covid e le attività sono riprese al 100%, come al San Giovanni Bosco. Resta un reparto Covid all’Amedeo di Savoia, mentre riparte a pieno regime pure il Maria Vittoria. Tra oggi e domani chiude la Rianimazione Covid al Martini, dove resta un solo reparto riservato e l’attività chirurgica è già ripartita. Dal primo luglio inizia l’attività di endoscopia digestiva, dal 5 luglio l’attività di ricovero in pediatria e nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura.
«L’andamento epidemiologico e la sensibile riduzione dei ricoveri Covid - spiega l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi - permettono finalmente di tornare alla piena operatività sul fronte dell’offerta sanitaria per le patologie diverse dal coronavirus. Alle singole Asl è stato richiesto di provvedere alla riconversione degli ospedali Covid nei tempi tecnici strettamente necessari, individuando le risorse umane adeguate».
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«Ritorno alla normalità - ha aggiunto il presidente della Regione Piemonte dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino all’ospedale di Verduno - vuol dire anche tornare a curare le persone - In questo anno e mezzo la gente si è ammalata anche di altre malattie e, ahimé, l’effetto Covid ha fatto si che tutte le malattie non “tempo dipendenti” in qualche modo venissero messe dietro all’emergenza Covid. Oggi invece si torna a una normalità di cura e assistenza sanitaria».
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