La quarta ondata sembra ormai alle porte e l’Asl di Torino è già corsa ai ripari per potenziare le sue strutture sanitarie. Nuovi posti letto in terapia intensiva e percorsi sicuri nei pronto soccorso sono i due temi chiave del piano di intervento che sta interessando gli ospedali San Giovanni Bosco, Martini e Maria Vittoria. Per fare il punto della situazione abbiamo intervistato il direttore generale Asl Città di Torino, Carlo Picco, nel quartier generale Asl di via San Secondo 29.
«Stiamo sdoppiando i nostri ospedali per prevenire la quarta ondata - spiega Picco -, nei prossimi mesi raddoppieremo i posti letto in terapia intensiva, ne abbiamo già realizzati 26 solo nell’ultimo periodo ed entro fine ottobre se ne aggiungeranno altri 27 tra Martini e Maria Vittoria, arrivando così a 53. In totale quindi - sottolinea il direttore dell’Asl -, se si sommano i 30 posti letto di terapia intensiva che già avevamo prima, in caso di estrema necessità, ne avremo 83 a disposizione. Abbiamo già pronti 18 letti di terapia intensiva nel blocco ovest dell’Oftalmico e altri 8 al San Giovanni Bosco. A questi, entro ottobre, si aggiungeranno 15 letti al Martini e 12 al Maria Vittoria. Il cantiere al San Giovanni Bosco sta procedendo e anche qui fra meno di tre mesi saranno pronte 12 terapie sub-intensive mentre per le 12 intensive in più bisognerà invece attendere ancora».
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La rivoluzione dei presidi Asl sta interessando anche i pronto soccorso. «E’ assolutamente necessario sdoppiare i percorsi all’interno dei pronto soccorso per poter accogliere più pazienti non Covid e fronteggiare meglio l’emergenza sanitaria - spiega il direttore dell’Asl -. Attualmente è in cantiere di ampliamento del pronto soccorso del San Giovanni Bosco che sarà ultimato a gennaio. La stessa operazione purtroppo non è possibile farla al Maria Vittoria per mancanza di spazi. In tal senso abbiamo appena inaugurato il nuovo pronto soccorso del Martini che dopo essere stato Covid hospital in pochi mesi è diventato un nuovo spazio ripensato secondo i parametri di ottimizzazione dei percorsi, umanizzazione e upgrade tecnologico a dimostrazione a dimostrazione di come la sanità regionale sia in grado, nei momenti critici, di reagire e di cogliere le opportunità». Gran parte degli interventi sono stati finanziati tramite 10 milioni di euro del piano Arcuri, mentre il trasferimento del Covid-hospital allestito alle Ogr all’Oftalmico, è stata realizzata con i fondi risparmiati della Compagnia di San Paolo. «E’ la nostra eccellenza, l’ospedale più moderno di Torino, suddiviso in quattro blocchi da una ventina di letti ciascuno, interamente decidati al Covid e uno alle terapie intensive - sottolinea il dottor Picco -, soltanto isolando i reparti si può vincere questa battaglia». E a tal proposito, analizzando l’attuale situazione epidemiologica negli ospedali, il direttore dell’Asl si dice molto fiducioso: «Attualmente abbiamo tre terapie intensive occupate da pazienti Covid in tutto il Piemonte e meno di cinquanta ricoverati con sintomi quasi tutti non vaccinati. La variante Delta avrà un impatto minore sulla nostra rete ospedaliera rispetto alle ondate precedenti in virtù del fatto che i pochi pazienti ricoverati vaccinati presentano sintomi non gravi. E nelle Rsa, le più colpite nei mesi scorsi, non ci sono più malati».
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