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Senza medico di base 847mila piemontesi nei prossimi 10 anni

Medico
Sono stati in prima linea durante tutta la pandemia e ora, dopo 18 mesi di emergenza, i medici di famiglia sono allo stremo delle forze. Per molti erano l’unico punto di riferimento, mentre tutto intorno il mondo cambiava e il Covid avanzava, sconosciuto e letale, oscurando di fatto le altre malattie croniche, che pur permanevano. Troppo spesso dimenticati, i medici di famiglia sono rimasti al servizio dei loro pazienti, pur essendo meno di quanti avrebbero dovuto. Secondo una stima previsionale redatta dalla Fimmg Piemonte, il sindacato dei medici di base, entro il 2031 ben 847mila piemontesi resteranno senza medico di famiglia.

Lo studio

Numeri alla mano, tra il 2017 e il 2032, sono previsti 2.627 pensionamenti (202 solo quest’anno). Di contro, verranno formati circa 1.920 medici. Basta un semplice bilancio delle entrate e delle uscite per capire che ne mancheranno oltre 700 all’appello. «Mediamente oggi la carenza di medici di base in Piemonte oscilla tra il 10 e il 12% - spiega il dottor Roberto Venesia, presidente del Fimmg Piemonte -, ma in aree particolari come la provincia di Cuneo e il Verbano Cusio Ossola si arriva a percentuali di carenza che toccano il 50%. Vuol dire che su due posti vacanti se ne copre a malapena uno. Ed è un fenomeno in crescita». Guardando infatti alla stima fatta da qui a 10 anni, si nota come la percentuale di carenza di camici bianchi in Piemonte salga al 26% e le province che già ora si trovano in maggiore criticità raggiungono percentuali preoccupanti: 64% Biella e 57% (Vco). Meno tesa è la situazione nel torinese, dove il bilancio tra domanda e offerta sarà positivo fino al prossimo anno. Secondo le previsioni, mancheranno almeno 64 medici nel capoluogo nel 2024.

L’allarme

Già nel 2012 il sindacato aveva presentato un’indagine previsionale delle carenze a cui la nostra regione sarebbe andata incontro. Stima puntualmente avveratasi lo scorso anno, in piena pandemia. «Prevedevamo questi scenari e abbiamo ottenuto il raddoppio delle borse di studio - ricorda Venesia -. Ma ci vuole maggiore programmazione». I medici che hanno saturato le Asl negli anni ‘70 e ‘80 ora sono prossimi ad andare in pensione. Non si può certo dire che sia un fenomeno che coglie di sorpresa.
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