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Code infinite per tamponi e vaccini: «Questo Natale è una vera Odissea»

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Poco personale medico e tanta rabbia per le code. La corsa ai tamponi e ai vaccini sta creando non pochi problemi ai chi vorrebbe trascorrere un Natale in santa pace con la propria famiglia. Per immunizzarsi ieri mattina all’hub del Sermig nel cortile del Maglio bisognava aspettare circa due ore. «Avevo appuntamento alle 11.30 e mi hanno vaccinato poco prima delle 13.30. Circa due ore di attesa - si lamenta Ettore che evidenzia un problema di personale -: C’erano pochi medici, soltanto quattro box aperti». La lunga attesa ha sollevato le proteste di chi sperava di passare in pochi minuti: «Devo andare a prendere mio figlio a scuola e non so come fare» dice Maria. «Avevo preso un permesso da lavoro limitato - aggiunge Alberto -, ora chi lo sente il mio capo?».

In coda davanti al centro Larc di corso Venezia ieri mattina c’erano tanti stranieri in attesa del tampone molecolare per poter tornare a casa a festeggiare il Natale. «Sto aspettando da un’ora, mi chiedo cosa sia servita la prenotazione» dice Andrei, prossimo alla partenza -, questo ritorno a casa è un’Odissea». «Attendiamo al freddo e dobbiamo pure spendere 75 euro» sottolinea un altro ragazzo in coda. Tanti erano No Vax dichiarati, ma c’era anche chi, da vaccinato, ha deciso di farsi un tampone per essere sicuro di non essere contagioso. Come Louis, in partenza per la Germania: «Sto aspettando da 50 minuti il mio turno, spero di passare prima o poi, non vedo l’ora di poter passare le feste con la mia famiglia in tranquillità». Tanta gente in attesa di tampone anche davanti alle farmacie. Soprattutto in quelle dove non è richiesta la prenotazione, come la “San Salvario” in piazza Madama Cristina: «Sto aspettando da un’ora l’esito del tampone - dice Caterina - perché potrei aver avuto un contatto con un positivo». «Di lunedì - spiega Francesco - c’è più gente, bisogna avere pazienza». L’attesa di conseguenza si è allungata anche per i clienti della farmacia. «Devo prendere dei farmaci - dice Franco - e non so proprio quando mi faranno entrare».

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