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Tra occupazioni abusive e riti satanici: ospedali dimenticati in cerca di futuro

RitiSatanici
Occupati dagli abusivi, covi di ladri e appassionati di satanismo oppure semplicemente in balia di affannose beghe politiche. La grana degli abbandoni, a Torino, investe anche le strutture ospedaliere. Se molti punti chiedono di implementare il servizio, altri aspettano di rinascere da zero. Per non buttare via ciò che di buono è stato fatto in passato. È forse il caso del centro di riabilitazione del Maria Adelaide, chiuso nel 2007. Si trova in collina, in strada San Vito a Revigliasco. Un luogo spettrale, da fuori. Ancora più pauroso, se si ha il coraggio di mettere piede dentro.

Paura in collina

Tra assi di legno che scricchiolano, spifferi di vento e porte rumorose sembra di entrare in un luogo senza tempo. Vicino a un ruscello si nasconde l’accesso segreto. Il primo edificio, adibito a uffici, sembra sia stato devastato dai vandali. Sui muri scritte senza senso, imbrattamenti vari. Ma è nella struttura principale che ci si imbatte in qualcosa di veramente inquietante. Quasi 7mila metri quadri, con due piani interrati, in balia del nulla. Su un muro una croce rovesciata e la scritta “666”, Poi un tavolino, tracce di sangue e le bibbie bruciate sotto la nicchia che proteggeva una madonnina. È solo l’inizio di un percorso che mette i brividi. Con letti dei malati rovesciati senza ritegno, una decina di estintori svuotati. Sparsi ovunque i documenti che erano rimasti negli archivi saccheggiati.

L’Einaudi

Meno impressionante ma pur sempre delicata è la situazione dell’ex Astanteria Martini di largo Cigna. Recentemente occupata da una cinquantina di anarchici, prima dello sgombero delle forze dell’ordine. Un edificio storico, che ha quasi cent’anni. Inaugurata nel 1923, curava i malati più gravi nell’attesa che venissero trasferiti al San Giovanni Vecchio. Il Comune l’acquistò nel 1937 per poi cederla nel ‘54 al San Giovanni Bosco, a patto che l’ente si impegnasse a costruire un nuovo presidio, poi inaugurato in largo Gottardo nel ‘61. La chiusura del presidio avvenne nel 1997 e dal 2003 l’edificio è inutilizzato. Ora, nei piani della Regione, l’Astanteria dovrebbe diventare un ospedale di comunità con i fondi del Pnrr.

Il Maria Adelaide

Il Maria Adelaide non rientra nei progetti da rilanciare tramite fondi del Pnrr. Nonostante le richieste della Circoscrizione 7 la Giunta regionale vuole trasformare l’ex ospedale in uno studentato lasciando solo 1000 metri quadri a spazi per struttura socio sanitarie. Capitolo a parte per l’ex Marco Antonetto di via Villardora. Due anni di cantieri dovrebbero garantire la realizzazione di un nuovo poliambulatorio, per assistenza medica specialistica, con annessa casa di comunità.
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