Che si conviva con il Covid è fuori discussione. Lo si evince con estrema chiarezza dai numeri: i dati ufficiali della Regione Piemonte allegati alla mappa divisa per province e consultabile sul sito web dell’Ente. Si convive con il Covid perché il virus è diffuso sul nostro territorio come non lo è mai stato, quantomeno come nei periodi di picco delle prima e della seconda ondata. Tant’è che in tutta la provincia di Torino, a ieri, i comuni senza un caso di coronavirus erano solo otto su un totale di 316. I paesi free Covid che complessivamente contano 1.056 residenti, sono: Maglione (421 abitanti), Ingria (42), Valprato Soana (92), Ribordone (49), Noasca (107), Ceresole Reale (161), Balme (110) e Salza di Pinerolo (74). Perlopiù centri montani ad eccezione di Maglione e Salza. Se si considera che la popolazione in provincia di Torino è di 2.226.000 persone, i 1.056 residenti nei comuni non assaliti dal virus, rappresenta una percentuale da prefisso telefonico. Dunque il Covid è diffuso, ma gli effetti della malattia sono pressoché insignificanti, specie se si valuta che le ospedalizzazioni sono il 3,2% sul totale dei posti letto nelle terapie intensive e l’11% nei reparti ordinari di malattie infettive. In regione la media dei contagi sui sette giorni, si aggira attorno alle 4mila unità, mentre i decessi (specie nella popolazione over 65) continuano a suscitare preoccupazione anche a livello nazionale. Insomma, le vaccinazioni hanno consentito di contenere l’epidemia a livelli gestibili, ma restano le criticità nella popolazione anziana e più debole. Sul capitolo vaccini, in Piemonte la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose è pari al 11% (media Italia 10,3%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da Covid da meno di 180 giorni, pari al 1,4%. In termini assoluti si considera un numero compreso di circa 80-100mila unità. Invece la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 7,6% (media Italia 10,8%), a cui aggiungere gli over 5 anni guariti da meno di 120 giorni, che non possono ricevere la terza dose nell’immediato, e che sono il 4,3%. Il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è ad oggi il 31,4% (media Italia 20%), cica 500mila persone, ma al 10% circa ancora non è stato somministrato il siero polivalente capace di bloccare un numero significativo di varianti. Un dato preoccupante riguarda la popolazione compresa tra i 5 e gli 11 anni che ha completato il ciclo e che è pari solo al 29,6% (media Italia 35,2%) a cui aggiungere un ulteriore 2,1% (media Italia 3,3%) solo con prima dose. La vaccinazione tra i giovani, infatti, è «strategica» riferiscono dall’Iss, per bloccare la diffusione nelle famiglie e verso le persone più fragili. Infine, ieri, è stato annunciato l’avvio delle preadesioni, a partire da mercoledì, per la somministrazione delle quinte dosi agli over 80 e per gli over 60 fragili.
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