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Scienza
15 Maggio 2025 - 17:35
Sappiamo che le api sono fondamentali per la biodiversità e per l’equilibrio degli ecosistemi, grazie al loro insostituibile ruolo nell’impollinazione. Ma ora scopriamo che, oltre a condividere con noi l’ambiente, questi insetti condividono anche il modo in cui dormono. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Neural Networks e guidata dall'Università di Trento, che ha osservato per la prima volta cosa accade nel cervello delle api mellifere mentre dormono. Lo studio mostra che il sonno delle api porta una “firma” neurologica simile a quella degli esseri umani: durante il riposo, infatti, l’attività delle reti neurali delle api passa a una modalità sincronizzata e a bassa integrazione informativa, proprio come accade nel nostro cervello.
“Per la prima volta, abbiamo osservato cosa succede nel cervello delle api mellifere addormentate e abbiamo identificato gli stati della rete neuronale che sono come delle firme del sonno”, spiega Albrecht Haase, autore principale dello studio. La ricerca ha permesso di capire che durante il riposo il cervello delle api non elabora più efficacemente gli stimoli esterni, riducendo la percezione olfattiva: un comportamento coerente con quello osservato nei mammiferi, esseri umani inclusi.
In particolare, misurando la concentrazione di calcio nei neuroni, i ricercatori hanno identificato i cambiamenti tra veglia e sonno. “Abbiamo simulato questi processi al computer e dimostrato che un singolo cambiamento nella forza delle connessioni sinaptiche può far perdere al cervello la capacità di decodificare gli stimoli esterni: è il segnale che l’animale è entrato in una fase di riposo”, aggiunge Haase. Lo studio non si limita a descrivere un fenomeno affascinante, ma apre anche nuove prospettive di ricerca con ricadute importanti. Comprendere come dormono le api può aiutare a capire come fattori di stress ambientale — come pesticidi e cambiamenti climatici — possano compromettere il loro riposo, influenzando il comportamento e la capacità di impollinazione.
Inoltre, il cervello delle api si presta a un'analisi molto precisa, fin nei singoli neuroni, un dettaglio difficile da ottenere negli esseri umani. Per questo, secondo Haase, le api possono diventare un modello utile per studiare il consolidamento della memoria e i disturbi del sonno anche nelle persone. “Durante il sonno, ad esempio, viene consolidata la memoria che permette alle api di costruire una mappa cognitiva dell’ambiente e sapere dove volare per trovare il cibo”, conclude il ricercatore.
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